domenica 11 gennaio 2009

FABRIZIO DE ANDRE' : L'USIGNOLO POETICO DELLA CANZONE ITALIANA


L'11 gennaio 1999 moriva FABRIZIO DE ANDRE'. Le sue canzoni ci fanno sognare e proprio perchè i suoi testi sono ricchi di contenuto, hanno dato spazio alla riflessione e a piacevoli emozioni.

Sono trascorsi dieci anni ma il suo ricordo è più che mai vivo nella nostra mente.


In Italia sono molteplici le iniziative a ricordo del bravissimo cantautore.


La più importante è la Mostra a Genova, sua città natale.


L'esposizione aperta a Palazzo Ducale, è stata curata da Vittorio Bo, Guido Harari, Vincenzo Mollica e Pepi Morgia,essa propone megaschermi, video e postazioni interattive che permetteranno di ricostruire la vita del cantante, tramite videointerviste e testimonianze sue, della moglie Dori Ghezzi, di collaboratori e amici.

Attraverso sale ricche di suggestioni visive e acustiche, tra fotografie, libri, manoscritti e oggetti unici, grazie ad una tecnologia sofisticata ideata e realizzata da Studio Azzurro è possibile esplorare e appprofondire le tematiche come l'amore, le donne, la guerra, l'anarchia, la libertà, gli ultimi e Genova, la città del poeta e cantautore De Andrè. Un viaggio emozionale della sua sorprendente e stimolante carriera musicale.


La Mostra non è l'unico omaggio in suo onore. Stasera su Raitre alle 20,10 Fabio Fazio dedicherà una puntata speciale del programma: "Che tempo che fa" su Fabrizio De Andrè, con ospiti illustri come Franco Batttiato, Gianna Nannini, Ivano Fossati, la PFM, Andrea Bocelli, Tiziano Ferro, Roberto Vecchioni e molti altri compreso il figlio Cristiano de Andrè. Inoltre sempre oggi 11 tra le 22,40 e le 22,50 trecento radio sparse su tutto il territorio nazionale trsmetteranno, in contemporanea con questo speciale TV, la canzone che Fabrizio de Andrè ha amato di più dal titolo. "Amore che vieni amore che vai" .


La città di Nuoro dedicheà l'Anfiteatro, luogo dove il cantautore tenne il suo ultimo concerto in Sardegna. Molteplici sono quindi le iniziative in ricordo di Faber così si faceva chiamare De Andrè dai suoi amici.


La sua esistenza è stata piena di episodi contaminati dal 1968, fu un anarchico, per il suo vivere la vita al di fuori delle regole, fu addirittura spiato, ma non fu mai riconosciuto colpevole di niente.

Un uomo sempre a difesa dei deboli e degli esclusi.

Nella seconda metà degli anni 70, in occasione della nascita della figlia Luisa Vittoria, De Andrè insieme alla moglie Dori Ghezzi, si stabilisce in Sardegna, vicino alla località di Tempio Pausania, qui vengono tenuti prigionieri dall'Anonima Sequestri Sarda, nelle montagne Pattada.

Vengono liberati dopo quattro mesi, De Andrè intervistato all'indomani della liberazione dirà dei suoi carcerieri: "Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlo mai".

Anche questa esperienza si aggiungerà alle altre che hanno formato questo singolo autore.

Ricordiamo infine le sue canzoni che sono opere poetiche miliari come : Bocca di Rosa, La guerra di Piero, Via della povertà, La Canzone di Marinella, Il Testamento di Tito, La ballata dell'amore cieco, Il pescatore, Don Raffaè, Dolcenera, La città vecchia ecc.

Oggi non c'è più questo grande artista, rimane la sua musica, il suo grande coraggio e l'aver dato grande dignità a tutte le minoranze.

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