sabato 27 gennaio 2018

Conferenza del poeta Antonino CAUSI dal titolo : "Vita ed opere del poeta, scrittore, drammaturgo e saggista russo Aleksandr Sergeevič Puškin"




Mercoledì 21 febbraio 2018 ore 16.30, presso l'Hotel Jolì di Palermo sito in Via Michele Amari n. 11 (angolo P.zza Ignazio Florio) Conferenza del poeta Antonino CAUSI dal titolo : "Vita ed opere del poeta, scrittore, drammaturgo e saggista russo Aleksandr Sergeevič Puškin" organizzata dall'Associazione Socio Culturale OTTAGONO LETTERARIO, Presidente GIOVANNI MATTA.



Ingresso libero.

BANDO Primo Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “ La Cittadella della Cultura” Museo Mirabile Marsala.








Primo Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa
“ La Cittadella della Cultura”
Museo Mirabile Marsala.

REGOLAMENTO 2018

SCADENZA 30 MAGGIO 2018

Il premio si propone di valorizzare alcuni autori di indubbio interesse dal punto di vista letterario, ma non ancora o abbastanza conosciuti, promuovendo le loro opere.
I premiati potranno leggere poesie e brani delle loro opere di narrativa.
Le poesie degli autori selezionati verranno pubblicate in un’antologia.
Partecipanti e sezioni
Il premio è aperto a tutti gli autori purché abbiamo compiuto il 18° anno di età alla data di iscrizione al premio.
Il premio è articolato in 3 sezioni:
1) Poesia in lingua italiana inedita o edita che non sia stata premiata in altri precedenti concorsi (L’autore se ne assume la propria responsabilità).
2) Poesia in vernacolo con relativa traduzione inedita o edita che non sia stata premiata in altri precedenti concorsi (L’autore se ne assume la propria responsabilità).
3) Narrativa edita che non sia stata premiata in altri precedenti concorsi (L’autore se ne assume la propria responsabilità).
Si partecipa inviando una poesia, scritta con caratteri Times, corpo 12.
Ciascuna opera non dovrà avere una lunghezza superiore ai 50 versi.
Ogni autore può partecipare inviando, in DUE copie, un libro pubblicato che non sia stato premiato in altri precedenti concorsi. (L’autore se ne assume la propria responsabilità).
Tutte le opere scritte in dialetto dovranno essere accompagnate dalla traduzione in italiano.
Tutte le poesie partecipanti saranno inserite in un’apposita antologia poetica il cui costo sarà comunicato dopo la scadenza del 30.05.2018.
Quota di partecipazione
La partecipazione ad una qualunque sezione al concorso è subordinata al pagamento di una quota di euro 10 (dieci) per spese di segreteria.
La quota di iscrizione potrà essere versata:
- a mezzo bonifico bancario, con le seguenti coordinate:
Banca UNICREDIT, Agenzia di Marsala Via Roma
Intestato a Mirabile Salvatore
Causale: quota partecipazione Primo Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa
“ La Cittadella della Cultura” Museo Mirabile Marsala.
IBAN: IT17Q0200825903000300258788
Occorrerà scrivere nella causale di pagamento la dicitura:
“Primo Concorso - La Cittadella della Cultura”.
La ricevuta del pagamento dovrà essere allegata alla scheda di iscrizione.
- a mezzo contante presso Rag. Salvatore Mirabile, Via Roma, 66 - Marsala.
Modalità di invio
Le poesie di cui alla sezione 1 e 2 dovranno essere inviate esclusivamente per posta elettronica al seguente indirizzo: chiusas@libero.it
In allegato al messaggio di posta dovrà esserci:
La scheda di partecipazione compilata in ogni sua parte.
La ricevuta di pagamento.
I libri dovranno essere inviati per posta ordinaria all’indirizzo:
Rag. Salvatore Mirabile- via Roma, 66- 91025 Marsala (TP)
In allegato ai libri dovranno esserci:
La scheda di partecipazione compilata in ogni sua parte.
La ricevuta di pagamento.
Scadenza del premio
Le opere dovranno essere inviate entro e non oltre il 30 maggio 2018.
Per le spedizioni tramite posta ordinaria farà fede la data del timbro postale.
La Segreteria del Premio non sarà responsabile delle opere non pervenute o erroneamente consegnate a causa di disguidi postali.
Giuria
Il giudizio della giuria è insindacabile.
I componenti la giuria saranno comunicati a giudizio espresso.
Premi
Primo, Secondo, Terzo, Premio Giuria, Premio Presidenza, due menzioni d’onore, due menzioni di merito per ogni sezione.
Nel contesto della premiazione tutti i poeti premiati potranno leggere la loro poesia vincitrice
I narratori premiati potranno leggere una pagina della loro opera.
Recensioni
I primi tre autori premiati in ogni sezione avranno una recensione delle loro poesie o del loro libro di narrativa.
I vincitori di ogni sezione saranno avvisati personalmente via mail o per telefono e i loro nomi saranno pubblicati sui siti Facebook.
Non verrà stilata una classifica generale di tutte le opere non selezionate per la premiazione.
Regole generali
1. La partecipazione implica la totale accettazione di questo regolamento.
2. Gli elaborati partecipanti al concorso non verranno restituiti.
3. La partecipazione al premio non dà diritto ad alcun rimborso spese, né a compensi per diritti d’autore relativi a qualsiasi pubblicazione.
4. Il non rispetto di una qualsiasi delle indicazioni contenute nel regolamento comporta l’esclusione degli elaborati inviati.
5. Non verranno prese in considerazione le opere inviate senza la scheda di partecipazione oppure non in regola con il pagamento della quota di iscrizione.
Privacy
I dati personali dei concorrenti saranno tutelati a norma della legge 196/2003 sulla privacy.
Contatti
Ogni informazione sul premio sarà data telefonando al 0923.953793/0923.998485/ 328.0808845.
Il Direttore Il Presidente
Rag. Salvatore Mirabile Avv. Rossella Mirabile
SCHEDA DI PARTECIPAZIONE
Primo Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa
“ La Cittadella della Cultura”
Museo Mirabile Marsala.
Con la presente, il/la sottoscritto/a
Nome
Cognome
Nato/a
In data
Residente a - CAP
Via/Piazza N
Telefono
E-mail
intende partecipare alla /alle seguenti sezioni del Premio:
1Poesia in lingua italiana - titolo dell’opera
2 Poesia in vernacolo - titolo dell’opera
3 Narrativa - titolo dell’opera
Dichiara, sotto la sua responsabilità e ai sensi del regolamento del concorso:
-Di aver preso visione di detto regolamento e di accettarne ogni sua regola.
-Che le poesie presentate al Concorso sono frutto esclusivo della sua creatività e che non risultano vincitrici in precedenti concorsi.
-Di aver provveduto a pagare la quota di partecipazione prevista dal regolamento.
Data
Firma
In base a quanto dispone l'art. 13 del D. Lgs 196/2003, "Codice in materia di protezione dei dati personali, il sottoscritto dichiara espressamente di prestare il consenso al trattamento dei suoi dati personali per consentire all’organizzazione del Concorso di contattarlo con comunicazioni telefoniche o messaggi di posta elettronica (e-mail) per essere aggiornato sui risultati del premio, per eventuali comunicazioni inerenti la classifica delle opere partecipanti e per ogni altra finalità legata allo svolgimento del Concorso stesso.
I dati personali contenuti in questa scheda saranno utilizzati esclusivamente ai fini della gestione del Concorso 2018, non saranno ceduti a terzi e sono tutelati a norma della legge 196/2003 sulla privacy.
Allegate copia della ricevuta di pagamento in ragione delle opere allegate.
Data
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DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA S. MATTARELLA IN OCCASIONE DEL "GIORNO DELLA MEMORIA"



Pubblichiamo il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla celebrazione del “Giorno della Memoria”

Palazzo del Quirinale 25/01/2018


Rivolgo un saluto ai presidenti del Senato, della Camera dei Deputati e della Corte costituzionale, ai membri del governo, a tutti i presenti, a coloro che ci ascoltano attraverso la tv.

Un saluto particolare ai superstiti dei campi di sterminio, alla senatrice Segre, ai ragazzi.

Il 27 gennaio del 1945 le truppe russe varcavano i cancelli di Auschwitz, spalancando, davanti al mondo attonito, le porte dell'abisso.

Quei corpi ammassati, i volti dei pochi sopravvissuti dallo sguardo spento e atterrito, i resti delle baracche, delle camere a gas, dei forni crematori erano il simbolo estremo della scellerata ideologia nazista.

Un virus letale - quello del razzismo omicida - era esploso al centro dell'Europa, contagiando nazioni e popoli fino a pochi anni prima emblema della civiltà, del progresso, dell'arte. Auschwitz era il frutto più emblematico di questa perversione.

Ancora oggi ciò che ci interroga e sgomenta maggiormente, di un mare di violenza e di abominio, sono la metodicità ossessiva, l'odio razziale divenuto sistema, la macchina lugubre e solerte degli apparati di sterminio di massa, sostenuta da una complessa organizzazione che estendeva i suoi gangli nella società tedesca.

Il cammino dell'umanità è purtroppo costellato di stragi, uccisioni, genocidi.
Tutte le vittime dell'odio sono uguali e meritano uguale rispetto. Ma la Shoah - per la sua micidiale combinazione di delirio razzista, volontà di sterminio, pianificazione burocratica, efficienza criminale - resta unica nella storia d'Europa.

Come fu possibile che anziani, donne, bambini anche di pochi mesi, stremati dalle lunghe persecuzioni, potessero essere sistematicamente eliminati, perché considerati pericolosi nemici? Che fine aveva fatto tra gli ufficiali di un esercito prestigioso, dalle grandi tradizioni, il senso dell'onore, quello per cui, quanto meno, non si uccidono gli inermi? Dove era finito il sentimento più elementare di umanità e di pietà di una nazione, evoluta e sviluppata, di fronte alle moltitudini di innocenti avviati, con zelo e nella generale indifferenza, verso le camere a gas? Migliaia di cittadini, i "volenterosi carnefici di Hitler", come li ha definiti lo storico Goldhagen, cooperavano alla distruzione degli ebrei.

Con questo consenso il nazismo riuscì a sterminare milioni di ebrei, di oppositori politici e di altri gruppi sociali - gitani, omosessuali, testimoni di Geova, disabili - considerati inferiori e ritenuti un ostacolo per il progresso della nazione.

Saluto e ringrazio per la loro presenza il presidente della Federazione dei Rom e Sinti, il presidente dell'Associazione deportati politici. Saluto anche il presidente degli internati militari: 800 mila soldati che, per il rifiuto di collaborare con i nazisti e di arruolarsi sotto le insegne di Salò, patirono privazioni, persecuzioni e violenze.

Da Liliana Segre e Pietro Terracina abbiamo sentito poc'anzi il racconto diretto, sconvolgente e inestimabile, dell'inferno dei campi, avvertendo la stessa emozione provata, nei giorni scorsi, ascoltando le parole, anch'esse essenziali e penetranti, di Sami Modiano. Agli internati venivano negati il nome, gli affetti, la memoria e il futuro, il diritto a essere persone.

Tutti i sentimenti erano brutalmente proibiti, tranne quello della paura.

Si possono uccidere, a freddo, senza remore, sei milioni di individui inermi se si nega non soltanto la loro appartenenza al genere umano ma la loro stessa esistenza. Soltanto per effetto di questa insana distorsione essi possono essere trasformati - con un progressivo e violento processo di spoliazione - da persone, titolari di diritti, in oggetti di freddi elenchi, in numeri, come quelli che i sopravvissuti ai campi di sterminio - che saluto tutti ancora - portano indelebilmente segnati sul proprio corpo.

Anche in Italia questo folle e scellerato processo di riduzione delle persone in oggetti fu attuato con consapevolezza e determinazione. Sul territorio nazionale, è vero, il regime fascista non fece costruire camere a gas e forni crematori. Ma, dopo l'8 settembre, il governo di Salò collaborò attivamente alla cattura degli ebrei che si trovavano in Italia e alla loro deportazione verso l'annientamento fisico.

Le misure persecutorie messe in atto con le leggi razziali del 1938, la schedatura e la concentrazione nei campi di lavoro favorirono enormemente l'ignobile lavoro dei carnefici delle SS.

Le leggi razziali - che, oggi, molti studiosi preferiscono chiamare "leggi razziste"- rappresentano un capitolo buio, una macchia indelebile, una pagina infamante della nostra storia.
Ideate e scritte di pugno da Mussolini, trovarono a tutti i livelli delle istituzioni, della politica, della cultura e della società italiana connivenze, complicità, turpi convenienze, indifferenza. 
Quella stessa indifferenza, come ha sovente sottolineato la senatrice Segre, che rappresenta l'atteggiamento più insidioso e gravido di pericoli.

Con la normativa sulla razza si rivela al massimo grado il carattere disumano del regime fascista e si manifesta il distacco definitivo della monarchia dai valori del Risorgimento e dello Statuto liberale.

Una donna forte e coraggiosa, Ernesta Bittanti, vedova dell'eroe trentino Cesare Battisti, commentava così nel suo diario quei giorni cupi e di dolore: «Io porto tutto il peso di queste sventure nel mio cuore (...) peso che mi viene dal ruinare di questa nostra povera Italia nell'abisso della barbarie spirituale. Da cui certo si riavrà un giorno!».

Lo Stato italiano del ventennio espelleva dal consesso civile una parte dei suoi cittadini, venendo meno al suo compito fondamentale, quello di rappresentare e difendere tutti gli italiani.

Dopo aver soppresso i partiti, ridotto al silenzio gli oppositori e sottomesso la stampa, svuotato ogni ordinamento dagli elementi di democrazia, il Fascismo mostrava ulteriormente il suo volto: alla conquista del cosiddetto impero accompagna l'introduzione di norme di discriminazione e persecuzione razziale, che si manifesta già nell'aprile del 1937, con il regio decreto legge volto a punire i rapporti tra cittadini italiani e quelli definiti sudditi dell'Africa orientale italiana, per evitare che venisse inquinata la razza.

Alla metà del 1938, con le leggi antiebraiche, rivolgeva il suo odio cieco contro una minoranza di italiani, attivi nella cultura, nell'arte, nelle professioni, nell'economia, nella vita sociale. Molti, venti anni prima, avevano servito con onore la Patria - come ufficiali, come soldati - nella grande guerra.

Ma la persecuzione, da sola, non fu ritenuta sufficiente. Occorreva tentare di darle una base giuridica, una giustificazione ideologica, delle argomentazioni pseudo-scientifiche. Vennero cercati - e, purtroppo, si trovarono - intellettuali, antropologi, medici, giuristi e storici compiacenti. Nacque Il Manifesto della Razza. Letto oggi potrebbe far persino sorridere, per la mole di stoltezze, banalità e falsità contenute, se sorridere si potesse su una tragedia così immane.

Eppure questo Manifesto, dalle basi così vacue e fallaci, costituì una pietra miliare della giurisprudenza del regime; e un nuovo "dogma" per moltissimi italiani, già assoggettati alla granitica logica del credere, obbedire, combattere.
La penna propagandistica, efficace nel suo cinismo, coniò lo slogan con il quale intendeva rassicurare gli italiani e il mondo, nel tentativo di prendere, apparentemente, le distanze dall'antisemitismo nazista: "Discriminare - disse Mussolini - non significa perseguitare".
Ma cacciare i bambini dalle scuole, espellere gli ebrei dall'amministrazione statale, proibire loro il lavoro intellettuale, confiscare i beni e le attività commerciali, cancellare i nomi ebraici dai libri, dalle targhe e persino dagli elenchi del telefono e dai necrologi sui giornali costituiva una persecuzione della peggiore specie. Gli ebrei in Italia erano, di fatto, condannati alla segregazione, all'isolamento, all'oblio civile. In molti casi, tutto questo rappresentò la premessa dell'eliminazione fisica.

Sorprende sentir dire, ancora oggi, da qualche parte, che il Fascismo ebbe alcuni meriti, ma fece due gravi errori: le leggi razziali e l'entrata in guerra. Si tratta di un'affermazione gravemente sbagliata e inaccettabile, da respingere con determinazione. Perché razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile conseguenza. Volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale, intervento in guerra contro uno schieramento che sembrava prossimo alla sconfitta, furono diverse facce dello stesso prisma.

Abbiamo, in questo giorno della Memoria, ascoltato testimonianze coinvolgenti dei sopravvissuti. Nelle loro parole si avverte la forza e il fascino della loro vita ritrovata, della loro volontà di vivere con pienezza ma, al contempo, ci si rende conto dell'immenso patrimonio di presenze e di protagonismi che ci avrebbe assicurato la vita di coloro che sono stati trucidati nei lager e che quella programmata violenza omicida ci ha sottratto.

Dalla professoressa Foa, dalla presidente Di Segni, dalla ministra Fedeli abbiamo sentito discorsi netti e lungimiranti: le ringrazio molto. Abbiamo rivissuto, attraverso le voci incisive di Remo Girone e Victoria Zinny, momenti drammatici della nostra storia di allora.

Siamo stati affascinati dalle canzoni, commoventi e piene di speranza di Noa, messaggera di pace e di bellezza. Grande amica dell'Italia, venuta appositamente da Israele per condividere con noi il Giorno della Memoria e renderlo ancora più ricco di intensità. La ringrazio di cuore, con stima e amicizia.

Abbiamo incontrato anche i giovani appena tornati dall'esperienza, sconvolgente ma formativa, del viaggio ad Auschwitz. A loro viene affidato il compito di custodire e tramandare la Memoria, perché non si attenui e non si smarrisca mai, per non rischiare di provocare nuovi lutti e nuove tragedie.

Focolai di odio, di intolleranza, di razzismo, di antisemitismo sono infatti presenti nelle nostre società e in tante parti del mondo. Non vanno accreditati di un peso maggiore di quel che hanno: il nostro Paese, e l'Unione Europea, hanno gli anticorpi necessari per combatterli; ma sarebbe un errore capitale minimizzarne la pericolosità.

I cambiamenti rapidi e sconvolgenti che la globalizzazione comporta - le grandi migrazioni, i timori per lo smarrimento della propria identità, la paura di un futuro dai contorni incerti - possono far riemergere dalle tenebre del passato fantasmi, sentimenti, parole d'ordine, tentazioni semplificatrici, scorciatoie pericolose e nocive.

La predicazione dell'odio viene amplificata e propagata dai nuovi mezzi di comunicazione. La tecnologia e la scienza offrono grandi opportunità ma, come sempre, se non correttamente utilizzate, possono rendere disponibili strumenti sofisticati nelle mani di vecchi e nuovi profeti di morte.
Contro queste minacce, contro il terrorismo, contro il razzismo e la violenza dell'intolleranza serve cooperazione internazionale, servono coraggio e determinazione. E' necessario, soprattutto, consolidare quegli ideali di democrazia, libertà, tolleranza, pace, eguaglianza, serena convivenza, sui quali abbiamo riedificato l'Europa dalle macerie della seconda guerra mondiale.

Le leggi razziali in Italia erano entrate in vigore nell'autunno del 1938.
Il 1 gennaio del 1948, dopo neppure dieci anni, la Costituzione Italiana sanciva solennemente che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

Di mezzo, vi era stata la cesura della guerra. Una guerra terribile, che aveva sparso morte e devastazione su larga parte del mondo. E che aveva aperto gli occhi del mondo sulla follia portatrice di morte del nazismo e del fascismo.

La Memoria, custodita e tramandata, è un antidoto indispensabile contro i fantasmi del passato.
La Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza, si è definita e sviluppata in totale contrapposizione al fascismo.
La nostra Costituzione ne rappresenta, per i valori che proclama e per gli ordinamenti che disegna, l'antitesi più netta.
L'indicazione delle discriminazioni da rifiutare e respingere, al suo articolo 3, rappresenta un monito. Il presente ci indica che di questo monito vi era e vi è tuttora bisogno.

Egualmente credo che tutti gli italiani abbiano il dovere, oggi, di riconoscere che un crimine turpe e inaccettabile è stato commesso, con l'approvazione delle leggi razziali, nei confronti dei nostri concittadini ebrei.

La Repubblica italiana, proprio perché forte e radicata nella democrazia, non ha timore di fare i conti con la storia d'Italia, non dimenticando né nascondendo quanto di terribile e di inumano è stato commesso nel nostro Paese, con la complicità di organismi dello Stato, di intellettuali, giuristi, magistrati, cittadini, asserviti a una ideologia nemica dell'uomo.
La Repubblica e la sua Costituzione sono il baluardo perché tutto questo non possa mai più avvenire.
Vi ringrazio. 


Il Presidente della Repubblica 
 On.SERGIO MATTARELLA 

venerdì 19 gennaio 2018

ALLA GALLERIA LETTERARIA L'ARCHITETTO ROBERTO FQ MANUGUERRA PARLERA' DEL LIBERTY A TRAPANI




Domenica 28 gennaio alle ore 17.15 a Trapani in via G. B. Fardella n. 195, nell'ambito della 1^ Rassegna "Galleria Letteraria" 2017 /18, si svolgerà l'incontro culturale "IL LIBERTY A TRAPANI" con una relazione dell'architetto Roberto FQ Manuguerra.


L'evento è introdotto dal poeta e traduttore MARCO SCALABRINO curatore della rassegna con la collaborazione della pittrice ROSARIA LA ROSA Presidente dell'Associazione "L'Urlo di Rosaria".

Ingresso libero.

(Nella foto: la locandina dell'evento culturale).


venerdì 12 gennaio 2018

A PALERMO SI PRESENTA IL LIBRO E LA MOSTRA MARHANIMA DELLA POETESSA GIOVANNA FILECCIA



La Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana ha organizzato presso l'Arsenale della Marina Regia, in collaborazione con la poetessa e scrittrice Giovanna Fileccia, l'evento  e presentazione del libro "MARANIMA" Ed. Simposium, per il 17 gennaio alle ore 16.30 a Palermo, in Via dell'Arsenale n. 142. 
La mostra sarà visitabile presso l'Arsenale della Maria Regia dal 17 gennaio  al 29 gennaio 2018 dalle ore  16.30 alle 18.00 (orari in locandina).

Marhanima: un testo poetico di circa 600 versi dedicati al mare e ai suoi elementi, intervallato dalle opere di Poesia Sculturata che a oggi la stessa autrice ha realizzato.

Il volume ospita i contributi del Soprintendente del Mare della Soprintendenza del Mare Prof. Sebastiano Tusa e dell’architetto Alessandra De Caro, responsabile unità operativa II Valorizzazione e Divulgazione del Patrimonio culturale sommerso – Museo del mare, Arsenale della Marina Regia;la dottoressa Caterina Vitale, psicologa e psicoterapeuta.

Durante la presentazione leggeranno brani di Marhanima Marisa Palermo e Francesco Ferrante.

Dice l'autrice che l'anima del mare è un'entità viva capace di emozionare chi l'osserva ed è attraverso questa sua opera poetica che Giovanna riuscirà ad emozionarci


Ingresso libero.

A PALERMO POMERIGGIO CELEBRATIVO DELLA LINGUA SICILIANA





In occasione della "Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali", l'Accademia della Lingua Siciliana organizza per mercoledì 17 gennaio (ore 16:30, "Sala Gialla" del Palazzo Reale, piazza del Parlamento 1 - Palermo) un Pomeriggio celebrativo della Lingua Siciliana.

Questi gli interventi:

- Introduzione (Presentazione dell'Accademia della Lingua Siciliana, del suo Logo Ufficiale, della Conferenza e dei Relatori)
- Relazione del poeta e studioso di lingua siciliana prof. Giuseppe Gerbino su "Perché poetare oggi in lingua siciliana"
- Relazione del prof. Alfonso Campisi (Università di Manouba, Tunisi) su "Sicilianità e lingua Siciliana in Tunisia tra passato e presente"
- Relazione del prof. Massimo Costa (Università di Palermo) su "L'uso politico, amministrativo e scientifico del Siciliano nel Regno di Sicilia"
- Tra una relazione e l'altra saranno declamate dai poeti Rita Elia, Euranio La Spisa e Arcangela Rizzo, alcune poesie dedicate alla lingua siciliana
- Dibattito con interventi del pubblico

L'ingresso è libero (comunicare la propria partecipazione inviando un e-mail con nome, cognome e data di nascita a: accademialinguasiciliana@gmail.com - Portare con sé il documento di identità il giorno dell'evento per poter accedere a Palazzo Reale).

Un evento davvero interessante e costruttivo!

martedì 9 gennaio 2018

A TERRASINI (PA) SI PRESENTA IL LIBRO DI POESIA "STRADE PARALLELE" DEI POETI FERRANTE E BILLECI



Sabato 13 gennaio alle ore 16.30 a Terrasini (PA) presso la sala dell'ex Antiquarium comunale, in Piazza Falcone e Borsellino, si svolgerà  la presentazione del libro di poesie "STRADE PARALLELE" dei poeti Francesco Ferrante e Francesco Billeci.

Interverranno oltre ai due autori, il Sindaco, Dott. Giosuè Maniaci, Vera Abbate, l'assessore alla cultura Maria Grazia Bommarito, le poetesse Giovanna Fileccia (autrice della prefazione) e Veronica Giuseppina Billone, Cristina Nashed, il musicista Giuseppe Andolina, il Prof. Salvo Galiano col suo marranzano.

Ingresso libero. Da non perdere!

(Nelle foto la locandina dell'evento e la copertina del libro). 

lunedì 8 gennaio 2018

THE GUARDIAN ELOGIA E INDICA PALERMO COME CITTA' DA VISITARE NEL 2018



Il famosissimo quotidiano inglese The Guardian ha stilato una classifica dei luoghi da consigliare per i viaggi, inserendo proprio Palermo, unica città italiana dove andare in vacanza nel 2018. 

Nella lista figurano anche Akureyri (Islanda), Tblisi (Georgia), Palermo, Leeuwarden-Friesland (Olanda), Mosca (Russia), Corfu e le altre isole della Grecia, Flanders (Belgio), Parigi (Francia), La Valletta (Malta), Amsterdam (Olanda), Corsica (Francia), Bratislava (Slovacchia) e Valencia (Spagna).

The Guardian "sponsorizza" Palermo: "Città gioiello da visitare nel 2018"

Inoltre The Guardian, motiva il fatto di scegliere proprio Palermo, perchè  "E' la capitale della Cultura 2018" e le sue credenziali come un melting pot culturale risalgono a quasi un millennio fa. 

Una pietra commemorativa in mostra nel palazzo della Zisa registra la sepoltura dei resti di una nobildonna in quattro lingue: latino, greco, arabo ed ebraico.

L’apertura ad altre tradizioni è tipica di questa città, spesso definita come un mosaico, che si intreccia anche in influenze spagnole, normanne, borboniche e britanniche. E quest’anno, aprirà la prima nuova sinagoga della città in 500 anni .

Una chiesa barocca inutilizzata nella Giudecca, chiamata Santa Maria del Sabato, viene trasformata nel luogo di preghiera.

The Guardian poi racconta anche delle grandi iniziative nei prossimi  mesi nel capoluogo siciliano. 

Palermo coglierà l’occasione per mostrare le sue ricchezze culturali e storiche nel 2018 e tra queste spicca Manifesta 12, la biennale dell’arte itinerante - spiega il quotidiano inglese -.

 Le attività e le mostre si terranno nei palazzi, nelle chiese e nei giardini botanici, con il fulcro del rinnovato Teatro Garibaldi.

 A ottobre ci sarà il terzo festival delle Letterature migranti che darà voce alle persone che approdano, attraversano o si insediano in Sicilia per sfuggire alla povertà e alla violenza. 

E tanto  tanto altro ancora ...

Tonypoet seguirà tutti gli eventi culturali  e  li  renderà noti tempestivamente come  sempre!

(Nella foto l'articolo del quotidiano inglese The Guardian dedicato a Palermo).  



lunedì 1 gennaio 2018

MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AGLI ITALIANI






Come di consueto ogni inizio d'anno il primo post del blog è dedicato al discorso del Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella.

Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Palazzo del Quirinale 31/12/2017

Care concittadine e cari concittadini, un saluto cordiale e un grande augurio. A tutti coloro che sono in Italia e agli italiani che si trovano all'estero.
Tra poco, inizierà il 2018.

Settant'anni fa, nello stesso momento, entrava in vigore la Costituzione della Repubblica, con il suo patrimonio, di valori, di principi, di regole, che costituiscono la nostra casa comune, secondo la definizione di uno dei padri costituenti.

Su questi valori, principi e regole si fonda, e si svolge, la nostra vita democratica. Al suo vertice, si colloca la sovranità popolare che si esprime, anzitutto, nelle libere elezioni.

Come sapete ho firmato il decreto che conclude questa legislatura del Parlamento e, il 4 marzo prossimo, voteremo per eleggere le nuove Camere.

E' stato importante rispettare il ritmo, fisiologico, di cinque anni, previsto dalla Costituzione.
Insieme ad altri esiti positivi, andremo a votare con una nuova legge elettorale approvata dal Parlamento, omogenea per le due Camere.

Le elezioni aprono, come sempre, una pagina bianca: a scriverla saranno gli elettori e, successivamente, i partiti e il Parlamento. A loro sono affidate le nostre speranze e le nostre attese.
Mi auguro un'ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese.

Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999 che voteranno per la prima volta.
Questo mi induce a condividere con voi una riflessione.

Nell'anno che si apre ricorderemo il centenario della vittoria nella Grande guerra e la fine delle immani sofferenze provocate da quel conflitto.
In questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora - i ragazzi del '99 - vennero mandati in guerra, nelle trincee.
Molti vi morirono.
Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica.
Propongo questa riflessione perché, talvolta, corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese e dell'Europa.
Non avviene lo stesso in tanti luoghi del mondo.

Assistiamo, persino, al riaffacciarsi della corsa all'arma nucleare.

Abbiamo di fronte, oggi, difficoltà che vanno sempre tenute ben presenti. Ma non dobbiamo smarrire la consapevolezza di quel che abbiamo conquistato: la pace, la libertà, la democrazia, i diritti.

Non sono condizioni scontate, né acquisite una volta per tutte. Vanno difese, con grande attenzione, non dimenticando mai i sacrifici che sono stati necessari per conseguirle.

Non possiamo vivere nella trappola di un eterno presente, quasi in una sospensione del tempo, che ignora il passato e oscura l'avvenire, così deformando il rapporto con la realtà.

La democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro.
Occorre preparare il domani. Interpretare, e comprendere, le cose nuove. La velocità delle innovazioni è incalzante; e ci conduce in una nuova era, che già cominciamo a vivere.

Un'era che pone anche interrogativi sul rapporto tra l'uomo, lo sviluppo e la natura. Basti pensare alle conseguenze dei mutamenti climatici, come la siccità, la limitata disponibilità di acqua, gli incendi devastanti.

Si manifesta, a questo riguardo, una sensibilità crescente, che ha ricevuto impulso anche dal magistero di Papa Francesco, al quale rivolgo gli auguri più fervidi.

Cambiano gli stili di vita, i consumi, i linguaggi. Mutano i mestieri, e la organizzazione della produzione. Scompaiono alcune professioni; altre ne appaiono.
In questo tempo, la parola "futuro" può anche evocare incertezza e preoccupazione. Non è stato sempre così. Le scoperte scientifiche, la evoluzione della tecnica, nella storia, hanno accompagnato un'idea positiva di progresso.

I cambiamenti, tuttavia, vanno governati per evitare che possano produrre ingiustizie e creare nuove marginalità.
L'autentica missione della politica consiste, proprio, nella capacità di misurarsi con queste novità, guidando i processi di mutamento. Per rendere più giusta e sostenibile la nuova stagione che si apre.
La cassetta degli attrezzi, per riuscire in questo lavoro, è la nostra Costituzione: ci indica la responsabilità nei confronti della Repubblica e ci sollecita a riconoscerci comunità di vita.
L'orizzonte del futuro costituisce, quindi, il vero oggetto dell'imminente confronto elettorale.

Il dovere di proposte adeguate - proposte realistiche e concrete - è fortemente richiesto dalla dimensione dei problemi del nostro Paese. 

Non è mio compito formulare indicazioni.


Mi limito a sottolineare, ancora una volta, che il lavoro resta la prima, e la più grave, questione sociale. Anzitutto per i giovani, ma non soltanto per loro. E' necessario che ve ne sia in ogni famiglia. Al tempo stesso va garantita la tutela dei diritti e la sicurezza, per tutti coloro che lavorano.

Tanti nostri concittadini vivono queste festività in condizioni di disagio, per le conseguenze dei terremoti, che hanno colpito larga parte dell'Italia centrale. A loro desidero far sentire la vicinanza di tutti.

Gli interventi per la ripresa e la ricostruzione proseguono e, talvolta, presentano difficoltà e lacune. L'impegno deve continuare in modo sempre più efficiente fino al raggiungimento degli obiettivi.
Esprimo solidarietà ai familiari delle vittime di Rigopiano e della alluvione di Livorno; ai cittadini di Ischia, che hanno patito gli effetti di un altro sisma. E a tutti coloro che, nel corso dell'anno, hanno attraversato momenti di dolore.

Un pensiero particolare va ai nostri concittadini vittime dell'attentato di Barcellona. Il loro ricordo, unito a quello delle vittime degli attentati all'estero degli anni precedenti, ci rammenta il dovere di mantenere la massima vigilanza nella lotta al terrorismo.

Riguardo a questo impegno, vorrei ribadire la riconoscenza nei confronti delle nostre Forze dell'Ordine, dei nostri Servizi di informazione, delle Forze Armate, ripetendo le stesse parole di un anno fa: "Anche nell'anno trascorso hanno operato, con serietà e competenza, perché in Italia si possa vivere con sicurezza rispetto a quel pericolo, che esiste ma che si cerca di prevenire".
Si è parlato, di recente, di un'Italia quasi preda del risentimento.

Conosco un Paese diverso, in larga misura generoso e solidale. Ho incontrato tante persone, orgogliose di compiere il proprio dovere e di aiutare chi ha bisogno. Donne e uomini che, giorno dopo giorno, affrontano, con tenacia e con coraggio, le difficoltà della vita e cercano di superarle.

I problemi che abbiamo davanti sono superabili. Possiamo affrontarli con successo, facendo, ciascuno, interamente, la parte propria. Tutti, specialmente chi riveste un ruolo istituzionale e deve avvertire, in modo particolare, la responsabilità nei confronti della Repubblica.

Vorrei rivolgere, in chiusura, un saluto a quanti, questa sera, non stanno festeggiando perché impegnati ad assolvere compiti e servizi essenziali per tutti noi: sulle strade, negli ospedali, nelle città, per garantire sicurezza, soccorso, informazione, sollievo dalla sofferenza.

A loro, ringraziandoli, esprimo un augurio particolare.

Auguri a tutti; e buon anno.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
On. Sergio Mattarella