martedì 26 febbraio 2013

IL TRONO VUOTO DI ROBERTO ANDO' DIVENTA IL FILM "VIVA LA LIBERTA' "







E' uscito da pochi giorni nelle sale cinematografiche di tutta Italia, il film "VIVA LA LIBERTA' ", tratto dal romanzo "IL TRONO VUOTO", dello scrittore e regista palermitano ROBERTO ANDO'.
La pellicola come il libro narra la storia di un uomo di potere, il Segretario principale del partito di opposizione , Enrico Oliveri, interpretato magistralmente da un bravissimo TONI SERVILLO, sparisce, abbandona la sua "poltrona rossa",dopo un vistoso calo di consensi elettorali, fugge così a Parigi da una vecchia fiamma, con cui condivise in gioventù l'amore per il cinema.
Così la rinuncia al potere è la soluzione migliore della più difficile azione d'attacco.
L'unico ad essere avvertito di ciò è il suo factotum, interpretato da VALERIO MASTRANDREA.
Cosa s'inventa quest'ultimo d'accordo con la moglie del leader politico? Far entrare al suo posto  il fratello gemello  ed evitare lo scandalo.
Un fratello gemello pazzo che entra ed esce dai manicomi, ed è proprio questa scheggia di follia a far presa sull'elettorato.
La lucida pazzia sarà lo slancio vitale essenziale alla sterile politica.
Il finale del film manderà un messaggio positivo ed importante che non vi svelo.
Un bel film perché bello è il libro.
Ora vi racconto una chicca.
Quest'estate sono stato giurato del prestigioso Premio Letterario RACALMARE 2013, premio ideato dal Maestro LEONARDO SCIASCIA che si svolge ogni anno nella bella cittadina di Grotte in provincia di Agrigento.
Ho letto i tre libri finalisti, tra cui quello di Andò per l'appunto: "IL TRONO VUOTO", ed ho votato nella serata finale uno dei tre.
Ho trovato molto geniale l'dea dei due gemelli e le riflessioni sulla politica, cosa è oggi e come dovrebbe essere, ne ho parlato con lo stesso autore (vedi foto).
Volendo guardare ai fatti di questi giorni, devo dire che merita sia il libro che il film.
Si potrebbe considerare una metafora dei nostri giorni.
Un autore come ROBERTO ANDO' è da ringraziare perché prima con il romanzo e ora con il film, contribuisce a restituire alla politica la speranza di una passione ormai svanita e del tutto svilita.

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