domenica 28 marzo 2021

ARTICOLANDO ( 39 ) : ALESSANDRA DI GIROLAMO recensisce la silloge poetica "Cristalli di Luce" della poetessa ROSA MARIA CHIARELLO

 


 

 

 

 


 

 

Articolando, è una rubrica per dar voce a tutti gli amanti della poesia, dell'arte, della storia, della pittura, della critica letteraria attraverso recensioni, relazioni e articoli strettamente culturali.
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In questo n. 39 incontriamo la critica letteraria Alessandra Di Girolamo che recensisce la silloge poetica “Cristalli di luce “ della poetessa Rosa Maria Chiarello edizione Associazione Culturale La Biglia Verde.
Proficua  lettura a tutti voi!

RECENSIONE di Alessandra Di Girolamo

alla silloge poetica “Cristalli di luce” di Rosa Maria Chiarello

 

Come mi piace ricordare, meglio che vivere, del resto che differenza fa!” (Roberto Benigni).

All’inizio mi è sembrata una poesia triste, molto triste … ma rileggendo le liriche mi sono accorta che il ricordo, in questo caso, non può essere associato alla tristezza ma ad una vita felice, vissuta con quella intensità che mai si potrà scordare.

La silloge poetica di Rosa Maria Chiarello, rappresenta un lungo viaggio dentro alle emozioni più nascoste. La poetessa ci racconta dei suoi affetti, dei suoi legami, dei momenti passati che mai potranno tramontare perché anche se passati continuano, come “cristalli di luce”ad illuminare ogni giorno della sua esistenza.

Un flusso continuo di nostalgiche sensazioni, un connubio tra passato e presente che ,a volte, si fonde confondendosi tra ciò che è stato e ciò che ancora è. Anche la coniugazione di molti verbi all’interno delle liriche aprono quel varco di speranza che accompagna una presenza non più fisica ma spirituale.

“ Sono qui seduta sulla tua sedia in questa casa vuota. Tutto mi parla di te. Tu sei la mia mamma e sei la più forte, io ti guardo e sto in silenzio. Tu sorridi, chiudi gli occhi e te ne vai”.

Questo legame indissolubile con la mamma è qualcosa di veramente straziante ed emozionante. L’autrice dedica molti versi alla madre e in ogni singola parola si respira questa sua grande disperazione di non averla fisicamente più accanto a lei! Per fortuna Rosa Maria Chiarello percepisce il suo immenso amore sotto forme diverse.

“Il mio Angelo sei, riconosco il tuo profumo, il tuo incedere dolce e delicato”.

Tante le liriche rivolte alla famiglia; poesie scritte per il suo adorato papà, la sua nonna, ma anche i suoi figli, gli amici, persone a lei molto care, che continuano ad accompagnare il suo cammino.

Dolcissimi i versi cantano la sua spensierata infanzia a casa della nonna, con tradizioni e costumi del paese.

“Pomeriggi assolati di una estate paesana. Un mulo carico di biada si trascina col suo padrone. Ci coccoli con le brioscine di Agostino e col girasole appena sfornato”.

Versi delicati, semplici, diretti, accessibili a tutti! D'altronde la poesia secondo me deve arrivare in modo diretto ad ogni interlocutore, deve essere percepita con grazia ma senza troppa difficoltà di interpretazione.

Si parla anche di un amore che, a volte, rappresenta un’alba altre un tramonto ma che pur sempre è linfa vitale per un cuore sincero e puro.

“Vieni via con me, non andare, stringimi forte, fuori è notte. Staremo ancora insieme nel percorso della vita intrisa di sogno e verità”.

L’autrice nelle sue poesie parla spessa con Dio, gli chiede di riunire i popoli della terra, di mantenere la pace e far risorgere l’uomo nell’abbraccio dell’amore.

“Confido in Te Signore e nel tuo Sostegno”.

Desiderio di un mondo migliore, dove solo la solidarietà, l’integrazione, il rispetto possono scuotere le coscienze di molti. Rosa Maria Chiarello scrive di quei barconi colpiti da onde folli del mare, racconta di corpi provati, di sconforto, di disperazione … ma anche di mani che si giurano eterno amore guardando le stelle.

Tanti i temi presenti in questa raccolta di poesie, notevoli spunti di riflessione riemergono da ciascuna lirica; il tema centrale, come ho già scritto, è il ricordo che avvolge qualsiasi pensiero dell’autrice. Ricordi che, come radici di una pianta,le trasmettono sicurezza, conforto, pace, aiutandola ad affrontare le difficoltà che la vita ogni giorno le presenta. Ne scaturisce un vissuto felice, una famiglia unita, tradizionale, legata alle feste, alle usanze del proprio paese. Tutti questi elementi assemblati fra loro, permettono a Rosa Maria Chiarello di trovare sempre quella luce in fondo alla sua anima che la aiuta a dare un senso ad ogni suo respiro.

Concludo questa recensione raccomandando i lettori di rileggere più volte i versi dell’autrice al fine di poter apprezzare fino in fondo il senso delle sue liriche.

CITAZIONE

“Non so pensarti sulla nuda terra, non so consolarmi al pensiero che non ci sei. Seduta sul tuo letto sento ancora il tuo profumo, mi aggiro per casa alla ricerca di te, annuso i tuoi abiti e tutto ciò che ti appartiene, mi aspetto che da un momento all’altro entrerai da quella porta. Ma non lo farai”.

 

(Nelle foto: dall’alto Alessandra di Girolamo, la copertina della silloge “Cristalli di luce” e Rosa Maria Chiarello)


lunedì 22 marzo 2021

ECCO LA DOZZINA FINALISTA DEL LXXV PREMIO STREGA 2021


 
 
 
 

Ecco a voi i candidati alla LXXV edizione per Premio Strega 2021:

Andrea Bajani, «Il libro delle case» (Giangiacomo Feltrinelli Editore)

Edith Bruck, «Il pane perduto» (La nave di Teseo)

Maria Grazia Calandrone, «Splendi come vita» (Ponte alle Grazie)

Giulia Caminito, «L’acqua del lago non è mai dolce» (Bompiani)

Teresa Ciabatti, «Sembrava bellezza» (Libri Mondadori)

Donatella Di Pietrantonio, «Borgo Sud» (Einaudi editore)

Lisa Ginzburg, Cara pace» (Ponte alle Grazie)

Giulio Mozzi, «Le ripetizioni» (Marsilio)

Daniele Petruccioli, «La casa delle madri» (TerraRossa Edizioni)

Emanuele Trevi, «Due vite» (Neri Pozza)

Alice Urciuolo, «Adorazione» (66thand2nd)

Roberto Venturini, «L’anno in cui a Roma fu due volte Natale» (SEM Società Editrice Milanese)

 
 

domenica 21 marzo 2021

UN AUTORE, UN LIBRO ( 47 ) : SAVERIO SIMONELLI - CERCANDO BEETHOVEN

 


 
 

 

     

Saverio Simonelli è nato a Roma nel 1964.  Si è laureato in Filologia germanica è giornalista professionista dal 1987 e dal 1998 è responsabile dei programmi culturali e di approfondimento dell'emittente satellitare Tv2000.

Ha tradotto e pubblicato tra gli altri opere di Thomas Mann, Hans Urs von Balthasar, Gilbert Keith Chesterton.

Nel 2010 ha pubblicato per Ancora Andremo a rubare in cielo, la prima traduzione italiana sistematica delle maggiori liriche del grande poeta irlandese Patrick Kavanagh, e per Rubbettino Storie Infinite scritti saggistici e stralci di conferenze di Michael Ende.

Con Andrea Monda negli anni 2002 e 2004 pubblica per Frassinelli due saggi sulla letteratura fantastica e fantasy: Tolkien il Signore della Fantasia e Gli Anelli della Fantasia.

 Nel 2012 ha scritto Nel paese delle fiabe Giulio Perrore editore, tratto dal documentario Sulla strada dei Grimm, realizzato in coproduzione con il Goethe-Institut, seguito da Fratelli e sorelle, buona lettura!, edito da Ancora (2013) Nel 2019 pubblica Prima di essere Francesco (Coccole books, 2019), il suo ultimo libro è Cercando Beethoven.

In occasione del 250° anniversario della nascita, esce il primo romanzo con protagonista Ludwig van Beethoven: il ritratto intimo e commovente di un uomo che ha cambiato per sempre la storia della musica.

 

 

Nel volume Cercando Beethoven, un giovane spinto dal desiderio di scoprire il segreto della musica di Beethoven, si mette sulle tracce del celebre compositore, durante un’estate trascorsa a Heiligenstadt, un sobborgo di Vienna dove Beethoven si reca abitualmente in villeggiatura. Il sogno di Wilhelm è quello di diventare un grande musicista, ma non è il solo a coltivare questo desiderio di successo in una città in cui abbonda l’ambizione, vista la presenza di numerosi intellettuali, artisti e scrittori.

Con lui ci sono anche Andreas, un giovane boemo – violinista e pianista – discendente da una famiglia nobile, e una ragazza a dir poco enigmatica, Queenia.

 Alcuni incontri metteranno in contatto i tre, legati dalla stessa ossessione, con il Maestro, dopo un goffo tentativo di introdursi nella sua abitazione in cerca di un misterioso manoscritto.

Sullo sfondo di questa intrigante vicenda, che sconvolgerà la mente di uno dei protagonisti, gli avvenimenti burrascosi e le figure decisive della Vienna di inizio Ottocento con i suoi sfarzosi salotti, i magnifici teatri e i lussureggianti giardini. In questo originale romanzo, denso di pagine raffinate e filologicamente accurate, il fermento della Vienna di Beethoven è ricostruito alla perfezione nel racconto di aneddoti su eventi e intellettuali dell’epoca – da Novalis a Hoffmann, da Goethe a Grillparzer – in una magistrale celebrazione della cultura del tempo.

Il romanzo scritto con stile raffinato e classico ha il pregio di farci riflettere sul potere salvifico della musica e sulla sua grande capacità di avvicinare e unire le persone.

Nelle foto: l’autore e la copertina del romanzo Cercando Beethoven).

domenica 14 marzo 2021

ARTICOLANDO ( 39 ) : Recensione del poeta e traduttore Marco Scalabrino al volume di Umberto Zanetti IL TESORO DEI PROVERBI LATINI

 
 
 
 
 


 


 

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In questo n. 39  incontriamo il poeta e traduttore Marco Scalabrino con una recensione al volume: “Il tesoro dei proverbi latini” del poeta Umberto Zanetti.
Buona lettura a voi!

 

Umberto Zanetti

IL TESORO DEI PROVERBI LATINI

di Marco Scalabrino

 

“La presente raccolta – asserisce Umberto Zanetti nella nota introduttiva a questo suo lavoro – trascende il valore della cultura latina, che è notevolissimo e sterminato, ricordandoci quale incomparabile tesoro racchiuda l’aforistica, un’autentica scienza che è di tutte le grandi culture, di tutte le civiltà, di tutti i popoli. Le massime possiedono sempre l’autorevolezza di un ammaestramento, essendo fondate sull’osservazione, sull’esperienza e sulla riflessione. Abbeveriamoci dunque al calice della saggezza antica, che è maestra di vita, apprezziamone gli insegnamenti e non disperdiamone il tesoro.”        

“I proverbi (come tutte le “scritture brevi”) – appunta Vincenzo Guarracino nella sua postfazione dal titolo La sapienza del frammento – dicono da sé già tutto e sembrano avere una pienezza di senso. La ricchissima raccolta di Umberto Zanetti – prosegue – professa la sua devozione nei confronti della cultura latina … consente una visione di quanta sapienza [è contenuta] in quelle scintille di autentico sapere universale.”    

Con tali autorevoli premesse, assodato che, magari senza che noi se ne abbia coscienza e malgrado siano trascorsi due millenni, molte di quelle massime, molte più invero di quanto non si creda, fanno parte integrante della nostra quotidianità e ci danno (o ci potrebbero dare, se concretamente noi le mettessimo in pratica) una mano per districarci meglio nella vita di oggi, proveremo ad estrarre dalle oltre duecento pagine del libro di Umberto Zanetti (poeta, prosatore, saggista, accademico) una emblematica manciata, una selezione essenziale di poco meno di una trentina di motti (fra gli oltre i seicento proposti), corredati dalle delucidazioni poste a commento nel volume medesimo. Esempi scelti per la loro specifica attinenza a tre parametri: l’attualità, la poesia, le ricadute sul dialetto siciliano. Fra essi, constateremo, una specialissima ribalta, una preminentissima fetta se la ritaglierà Quinto Orazio Flacco.  

1. Adducere inconvenientes non est solvere argomentum. / Continuare a parlare delle difficoltà non risolve il problema; 2. Ad sal, ad mel, ad piper semper cucurbita est. / Con il sale, con il miele, con il pepe una zucca sempre tale rimane. E, nel siciliano, Conzala comu voi, sempri cucuzza è!; 3. Ambitiosa recidet ornamenta. Un buon poeta – scrive Orazio nella sua Ars Poetica – toglierà dalle sue composizioni gli ornamenti dettati dall’ambizione; 4. Amicitia inter pocula contracta, plerumque est vitrea. / L’amicizia nata a tavola mentre si beve è più fragile del vetro dei bicchieri; 5. Audacter calumniare, semper aliquid haeret. / Calunniate, calunniate! Qualcosa resterà. Nel siciliano vi è simile nel significato: Lu carvuni si nun tinci mascarìa; 6. Aut insanit homo aut facit versus. Questa sentenza di Orazio suona a difesa dei poeti, che scriverebbero versi per non impazzire; 7. Barba non facit philosophum. / L’abito non fa il monaco; 8. Carmina non dant panem. Le poesie, sostiene Orazio, non danno pane; 9. Carpe diem. In questa celebre esortazione rivolta all’amica Leucònoe, Orazio riassume in due sole parole una filosofia di vita che induce a non preoccuparsi troppo del domani e a gustare i piccoli piaceri quotidiani che la vita riserva; 10. Cotidie est deterior posterior dies. Il giorno che verrà – ammonisce Publilio Siro nelle Sentenze – è sempre peggiore di quello che sta passando. Nel siciliano vi è simile nel significato: Megghiu lu tintu canusciutu chi lu bonu a canusciri; 11. De gustibus non est disputandum. / Dei gusti non si deve discutere. Plutarco riporta che Giulio Cesare, mentre era governatore della Cisalpina dal 59 al 55 a.C., una sera andò assieme ai più stretti collaboratori ospite nella domus milanese del ricco e influente Valerio Leone. Tra le portate venne servita una preparazione di asparagi conditi con il burro. Ai generali la pietanza non piacque affatto (abituati all’olio d’oliva e non al burro, usato a Roma come unguento), così la indicarono come cibo “barbaro” non adatto al loro palato. Di fronte all’imbarazzante situazione Cesare, da uomo intelligente ed avveduto, placò gli animi con la frase: De gustibus non disputandum est; 12. Dimidium factum qui coepit habet. / Chi ben comincia è a metà dell’opera, asserisce Orazio nelle Epistole; 13. Est modus in rebus. Tutte le cose sottostanno a una regola, afferma Orazio nell’Ars Poetica; 14. Etiam oculi satiari debentur. / Anche gli occhi debbono essere saziati. Puru l’occhiu voli la so parti, nel siciliano; 15. Excusatio non petita accusatio manifesta. / Chiedere scusa quando non espressamente richiesto può equivalere a un’autoaccusa o a una ammissione di colpa; 16. Genus irritabile vatum, è l’espressione usata da Orazio nelle Epistole per indicare la suscettibile schiatta dei poeti; 17. Gutta cavat lapidem non vi sed saepe cadendo. /

La goccia scava la pietra non con la forza ma cadendo spesso. In siciliano vi è simile nel significato Dammi tempu chi ti perciu, come dire: la perseveranza permette di ottenere tutto ciò che si desidera; 18. Ignorantia legis non excusat. /

L’ignoranza della legge non può essere addotta a scusante; 19. In medio stat virtus. / Il valore sta nel mezzo. In questo aforisma, Orazio invita a ricorrere al buon senso evitando di assumere posizioni estreme; 20. Nescit vox missa reverti. / Voce dal sen fuggita più richiamare non vale, ammonisce Orazio nell’Ars Poetica, volendo nella fattispecie consigliare di mondare un’opera letteraria da ogni imperfezione prima di diffonderla; 21. Non omnis moriar. / Non morirò del tutto, scrisse Orazio nelle Odi, confidando nell’immortale valore della propria poesia; 22. Omnia licet poetis. / Tutto è permesso ai poeti. Il detto si fonda sulla enorme considerazione che dei poeti, alunni di Apollo e delle Muse, si aveva nella antica Grecia; 23. Pecunia non olet. / Il denaro non puzza. Secondo alcuni il motto fu pronunziato dall’imperatore Vespasiano, il quale avvicinato al naso di Tito, il figlio, un sesterzio del denaro raccolto con la tassa sugli orinatoi esclamò: Non olet!; 24. Pictoribus atque poetis quidlibet audendi semper fuit aequa potestas. / Sempre fu riconosciuta ai poeti e ai pittori il potere di osare qualunque cosa, sentenzia Orazio nell’Ars Poetica; 25. Qualem nequo monstrare, et sentio tantum. / Non posso mostrare quale sia e lo sento soltanto. Così Giovenale definì la Poesia, intesa come fenomeno indefinibile; 26. Quandoque bonus dormitat Homerus. / Talvolta il buon Omero dormicchia. Così Orazio nell’Ars Poetica giustifica qualche lieve difetto nelle opere dei grandi. Sarebbe troppo pretendere la perfezione; 27. Quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris. / Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te; 28. Tot capita quot sententiae. / Tanti sono i pareri quante sono le teste. Nel siciliano, Ogni testa è un tribunali.

E ancora, pari pari adottati e che non abbisognano di alcun commento: Ad interim, ad libitum, ad maiora, ad personam, alter ego, a posteriori, a priori, aut aut, bis, cum grano salis, de cuius, deficit, do ut des, errata corrige, ex aequo, forma mentis, honoris causa, in camera caritatis, in itinere, inter nos, labor limae, lupus in fabula, modus vivendi, non plus ultra, obtorto collo, pro forma, pro tempore, sic stantibus rebus, sine qua non, tertium non datur, transeat, una tantum.

In conclusione una considerazione: Parrari latinu, nel siciliano, non è d’altronde sinonimo di parlare chiaro, parlare con franchezza?! 

(Nelle foto: dall’alto il poeta e traduttore Marco Scalabrino , il volume e l’autore Umberto Zanetti).

mercoledì 10 marzo 2021

DOPO CINQUE ANNI RIAPRE IL MUSEO PITRE'

 
 
 

Dopo cinque anni di chiusura riapre il Museo etnografico siciliano Giuseppe Pitrè, fondato nel 1909 e sito in via degli Abbruzzi n. 1 a Palermo.

Il nuovo allestimento prevede una sala dedicata al ricordo del celebre etnografo e letterato siciliano, con la sua scrivania, gli occhiali, le sue fotografie, i libri, il teatrino dei pupi, la cucina reale con le stoviglie dell’epoca, rimasta per anni sepolta da un gigantesco presepe.

Il museo si può visitare dal lunedì al venerdì, dalle 9,30 alle 18,30.

(Nella foto il museo Pitrè).

 


lunedì 8 marzo 2021

A PALERMO IN STREAMING LE GIORNATE MONDIALE DI STUDI DANTESCHI 2021

Da domani 9 marzo alla ore 18.30 l'Università Popolare di Palermo, Rotary Distretto 2110 Sicilia e Malta, l’Università telematica e Campus daranno vita alle:

 

Giornate di studi danteschi, interessanti e stimolanti incontri culturali per approfondire e celebrare il Sommo Poeta nel 700° anniversario dalla morte.

 


Ecco il programma e gli interventi:

 

9 Marzo PRIMA GIORNATA

 

Dopo l’introduzione di Salvatore Abbruscato e i saluti istituzionali di Alfio Di Costa governatore del Rotary Distretto 2110 Sicilia e Malta, di Antonio Licata, presidente dell’UNIPOP DI Palermo, di Enzo Siviero, rettore dell’Università telematica e Campus, seguirà:

 

a) primo intervento di Antonio Licata “Dante nel suo tempo tra cronaca e storia“;

 

b) Il secondo intervento è affidato a Rosa Gazzara che leggerà alcuni brani della Divina Commedia tradotti da lei in lingua siciliana.

 

13 Marzo SECONDA GIORNATA;

 

a) Giovanni Intorre “La cosmologia dantesca

b) Marzia Snaiderbaur “Il pensiero politico di Dante”

c) declamazione del primo canto dell’Inferno.

 

16 Marzo TERZA GIORNATA

 

a) Enrica Egidi “ Amore e libero arbitrio”

b) Giuliano Turone “ Sito web: Dante poliglotta “

c) recitazione di alcuni brani del Canto IV dell’Inferno.

 

 

18 Marzo QUARTA GIORNATA

 

a) Sandra Guddo “ De Monarchia”

b) Gioacchino Grupposo “ Concetto di lingua in Dante come speculum civitatis “

c) esibizione canora di Rino Martinez, cantautore e missionario laico.

 

23 Marzo QUINTA GIORNATA

a) Di Natali Franco “Inferno canto V: passione amorosa, pietà, ragione.

b) Giovanni Teresi “Il sorriso di Beatrice”

c) Declamazione del canto di Ulisse.

 

25 Marzo SESTA GIORNATA.

a) La valle delle pietre di Campobello di Licata

b) Avanzato Gaetano e Avanzato Siddarta “ Il Conte Ugolino”.

 

30 Marzo SETTIMA GIORNATA.

a) Lilla Aronica “ L’amicizia, fulcro di molte pagine immortali del Purgatorio”

b) Maria Rusignolo “ Dante in musica”

c) Esibizione del tenore Piero Lupino”.

 

1 Aprile OTTAVA GIORNATA.

a) Vito Coniglio “L’anticommedia: teatralità, grottesco e comicità popolaresca nei canti XI e XXII dell’Inferno dantesco”

b) Gabriella Maggio “Le figure femminili nella Divina Commedia”

c) Declamazione di alcuni brani del canto XXXIV dell’Inferno.

6 Aprile NONA GIORNATA

a) Alfa Teatro Pisa, associazione culturale San Francesco. ”In viaggio con Dante: incontri a teatro”

b) Loredana Fiorello “Dante tra passato e presente: Inferno canto III, gli ignavi”.

 

8 Aprile DECIMA GIORNATA

a) Serena Milisenna “Dante: segni e simboli. Una lettura semiotica dell’umanità”

b) Piero Carmina “ La spiritualità di Dante nella Divina Commedia: la ragione illuminata dalla fede”

c) Declamazione di alcuni brani del canto XXX del Purgatorio.

 

13 Aprile UNDICESIMA GIORNATA

a) Salvatore Abbruscato” Viaggio nel Paradiso celeste di Dante”

b) Esibizione canora di Nonò Salamone cantautore e ultimo cantastorie della Sicilia.

 

Collegarsi a zoom con questo link, ID e passcode

https://us02web.zoom.us/j/85757747049?pwd=Y0hpczRpVFF1OUw0ZmdINTdTTHVDQT09

ID riunione: 857 5774 7049

Passcode:7060507

(Nella foto: la locandina ufficiale).