Articolando
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In questo n. 21 ritroviamo la critica letteraria e poetessa GABRIELLA MAGGIO con una sua recensione al romanzo" IL MORSO" della scrittrice Simona Lo Iacono, EdizionI Neri Pozza, 2017.
Una piacevole lettura a tutti voi!
IL
MORSO
Romanzo
di Simona Lo Iacono-ed. Neri Pozza
(Gabriella
Maggio)
Palermo, barocca e misera, potente e asservita ha storie da raccontare, di gente nota, i
Ramacca, gli Agliata e di tanti di cui
affiorano solo scarse testimonianze,
come Lucia Salvo. La quotidianità che scorre monotona non ha fascino per chi
compone un racconto, perciò la scrittrice ricerca quello che va al di là dell’apparenza,
che sfiora il mistero del non detto e dell’inconsapevolezza, come il fatto che segna la vita di Lucia o la
mutilazione che rende il castrato
signorino Angelo, forse. Ma controvoglia.
Sono due creature che contro il buon
senso del tempo non reputano una fortuna
essere spettatori delle ricchezze e degli
eccessi dei nobili, ma le considerano semplicemente una dannazione e una complicazione dell’anima. Questa convinzione porta
Lucia a respingere l’assalto amoroso del Conte figlio con un morso da furetto. Da qui il titolo del romanzo e la citazione in
epigrafe da Giorno dopo giorno di S.
Quasimodo in cui ricorre la parola morso. Nel romanzo Lucia morde per difesa, nella
poesia il morso è inferto dal dolore, dalla
violenza, dalla guerra. Ma identica è la separazione
netta tra chi opprime e chi è
oppresso, tra chi è nato per servire e chi deve essere servito. A servire è
destinata Lucia Salvo, ma il fatto la rende intimamente libera, è
la creatura più libera che io conosca, dice il conte figlio. La storia si
svolge alla vigilia della rivoluzione siciliana del 1848 a Palermo, un’epoca che stava cambiando e che nessuno
prendeva sul serio….Non la nobiltà,
rammollita dalle decime e senza occhio analitico. Non la borghesia nascente,
figlia povera della nobiltà stessa e già incline a imitarne tutti i vizi. Il
popolo sì che, invece, fremeva. Di fame, di peste, di pidocchi e ansie. Nel
groviglio dei fatti personali e politici
che s’intrecciano e sfociano nella rivoluzione del 12 gennaio 1848 a Palermo viene inconsapevolmente
coinvolta Lucia, che vi scoprirà per brevi istanti l’amore per lo sconosciuto
prigioniero dagli occhi verdi, che la spinge a un generoso gesto di coraggio.
Ma l’amore è un breve lampo e il suo
destino di babba, pazza, non può che
compiersi. A metà dell’Ottocento in Sicilia le donne di qualunque condizione
sociale non riescono a sfuggire al loro destino di succube del mondo maschile. Neanche
la giovane Assunta degli Agliata vi
riesce. Inquieta e desiderosa di
scegliere il proprio destino per sfuggire alla condizione nella quale si trova
la madre, inebetita dai numerosi parti, compie tentativi confusi e contraddittori. La sua
vaga aspirazione alla libertà è
alimentata dai discorsi delle monache e
dalle letture che le precludono un vero contatto con la vita : La vita, la vita vera-sospira-le pare a un
tratto romantica come i libri di quel Cervantes… Alla fine sposa un vecchio e ricco nobile, che
la obbliga a figliare a dispetto del
disgusto. Con stile sobrio e coinvolgente, venato a tratti d’ironia, Simona Lo Iacono affronta ancora una volta
storie di donne contestualizzandole nel
tempo e nello spazio del romanzo con il suo abituale impegno civile, nella
rappresentazione-denuncia di un mondo
ignorante e arido volto solo ai piaceri e al dominio.
(Nelle foto: dall'alto la critica letteraria e poetessa Gabriella Maggio , l'autrice Simona Lo Iacono e la copertina del suo romanzo "Il morso").
(Nelle foto: dall'alto la critica letteraria e poetessa Gabriella Maggio , l'autrice Simona Lo Iacono e la copertina del suo romanzo "Il morso").
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