Articolando
Articolando, è una nuova rubrica per dar voce a tutti gli amanti della poesia, dell'arte, della storia, della pittura, della critica letteraria attraverso recensioni, relazioni e articoli strettamente culturali.
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In questo n. 29 troviamo l'Avv. FABIO LISMA appassionato di letteratura e di poesia con una sua recensione alla silloge poetica "Riverberi del cuore" della Prof.ssa e poetessa VITA ALBA TUMBARELLO, edizioni Museo Mirabile,2018. Lieta lettura a tutti voi!
RECENSIONE
“Riverberi
del cuore”
di Vita Alba Tumbarello
La silloge di poesie “Riverberi del cuore”, scritta dalla Prof.ssa Vita Alba Tumbarello, è espressione di un moderno, fresco, innovativo e coinvolgente stile letterario che permette di instaurare un rapporto simbiotico con il lettore grazie alla miscellanea dei temi trattati, riconducibili, in gran parte, all’analisi della sfera psico-affettiva, emotiva, interiore e (più in generale) introspettiva, caratterizzante ogni individuo, soggetto dotato di Ragione ma anche propulsore di istinti, impulsi, sensazioni, sentimenti e atteggiamenti, la cui variabilità dipende dalle fasi e stagioni del percorso esistenziale vissuto, oltre che dalla contingenza di situazioni incidenti sui motivi dell’agire legati a fatti, episodi, circostanze.
La
peculiarità che contraddistingue la “vena poetica e romantica” dell’autrice,
sia dal punto di vista formale sia dal punto di vista contenutistico e
sostanziale, è quella di raccontare le impressioni, i turbamenti, le
contraddizioni, i mutamenti, le vicissitudini dello stato d’animo umano
attraverso la meticolosa, attenta, puntuale e descrizione della Natura,
presentata nelle sue molteplici, imprevedibili, inusuali, ignare forme e
sfaccettature, come se già ella ne conoscesse la profonda, intrinseca e
recondita essenza, spingendosi al punto tale da completarsi, immedesimarsi,
rifugiarsi in essa, costituirne parte integrante, volerne spiegare l’importanza
e la relazione indissolubile con qualsiasi altro Essere ed elemento fenomenico
appartenente al mondo.
L’idea
della “perfezione” connota tutti gli aspetti della realtà circostante, le
componenti degli agenti atmosferici e paesaggi idilliaci tratteggiati nelle
diverse poesie, dinanzi ai quali la scrittrice rimane stupita, estasiata non
esclusivamente per la bellezza promanata bensì per la serenità, il senso di
inebriante appagamento e sicurezza provato; la singolarità e alternanza dei colori
utilizzati (forti, tenui, accesi, spenti, chiari e scuri), indicatori sintomatici
dell’umore, approccio e percezione del contesto, di volta in volta, delineato,
unite alla ricchezza lessicale e ricercatezza terminologica, sono le costanti
di parecchi testi, aventi come effetto quello di invitare l’interlocutore alla
riflessione, dopo averlo catapultato in un’agognata (seppur illusoria e
consolatoria) dimensione trascendentale magica, onirica e protettiva, capace di
placare i tormenti, reprimere le paure e debolezze, relegare transitoriamente
le fragilità e incertezze, confidare nella speranza e attesa di un futuro migliore.
La
necessità e l’irrefrenabile voglia di raggiungere una condizione di elevatezza
morale, religiosa, spirituale, che mitighi la limitatezza penalizzante l’uomo
nella comprensione, interpretazione e risoluzione dei misteri, dubbi e vacillamenti,
nell’assunzione di comportamenti e cura delle relazioni sociali, si conciliano con
l’istantaneità delle emozioni suscitate, la genuinità e autenticità dei
sentimenti manifestati, la nostalgia di un passato rimpianto e non più
ripetibile; il conforto trovato nella fede si può, inoltre, ritenere il filo
conduttore che muove il pensiero della scrittrice tramite l’identificazione della
Natura con Dio, Entità perfetta da cui tutto trae origine.
Gli
scorci, le ambientazioni suggestive, i non vaghi riferimenti ad oggetti,
animali, affetti intimi e persone care sono descritti alla stregua di un
pittore o artista, che pian piano realizza il suo prodotto finale, la sua opera
creativa con fantasia, maestria, talento, estro, ricorrendo (per
soggettivizzarlo) ad ogni tipo di gradazione cromatica, particolare che possa
fedelmente rappresentare ciò che la mente ha elaborato in quel preciso istante,
facendo partecipe chi è in grado di apprezzarne il valore; alla stregua di un
fotografo, che immortala attimi, momenti in foto o cartoline d’epoca, pronto a
ritrarre e portare alla luce caratteristiche non sempre facilmente visibili
agli occhi di un comune osservatore.
Dalla
delicatezza e musicalità delle parole, adoperate nella cornice della complessa
e articolata struttura dell’opera, emerge una spiccata sensibilità, immensa
riconoscenza e devozione per i doni ricevuti da Dio, come: l’opportunità
concessa a ciascuno di apprezzare e godere delle meraviglie del mondo; la
fortuna di aver goduto periodi della vita (infanzia e giovinezza) in maniera
spensierata con ricordi unici e forieri di esperienze costruttive; le occasioni
di provare a pieno un sentimento o un’emozione, maturando nel tempo, prefiggendosi
obiettivi, rimediando agli errori commessi, cambiando o rivalutando concezioni,
vedendo le cose da prospettive differenti, imparando lezioni, avendo la forza
di rialzarsi, ripartire o ricominciare daccapo.
L’esplicita
e incessabile ricerca dell’Infinito, frutto di desideri a volte avverati a
volte sopiti, viene confermata dall’intensa vitalità e positività che la
Tumbarello effonde grazie a quell’anelito poetico, improvvisa illuminazione e
folgorante ispirazione, tipici di chi, con curiosità, si vuole cimentare nella
scoperta di lati o aspetti dell’Essere per dare una risposta esaustiva ai tanti
interrogativi, quesiti (scaturenti dai “riverberi” del cuore) che la
attanagliano; essa si contrappone all’implicita, amara consapevolezza
dell’illusione, dell’inesorabile fugacità del tempo, dell’incapacità di tornare
indietro e seguire una direzione diversa da quella intrapresa, risultato di un
presente non totalmente accettato, condiviso, poiché instabile, poco
rassicurante, inidoneo a offrire garanzie e causa di “fluttuazioni” interiori.
Le
passioni, gli amori, le sofferenze, rinunce e aspettative, sviscerate dalla
poetessa quasi sempre in chiave autobiografica (assumendo i ruoli di donna,
moglie, madre, figlia, ecc..) attraverso l’uso di espedienti stilistici (es.:
la suddivisione dei versi in quartine) e figure retoriche (fra cui le metafore,
similitudini, personificazioni, consonanze, assonanze, ecc..), rivelano una
certa enfasi sostituita, in alcuni passi, da un apparente pessimismo che sembra
non avere vie d’uscita di fronte al sopravvenire di eventi dipendenti o meno
dalla volontà umana, al tempo che non perdona, alla precarietà dei rapporti
interpersonali, alla povertà di valori morali e principi attuali, alla sminuita
considerazione di ciò che la Natura ha messo a disposizione perché fosse
preservato e custodito.
L’originalità
e fluidità dello stile adottato, la speditezza e semplicità del linguaggio (a
prima vista aulico) contribuiscono a rendere significativi l’accostamento tra
la sfera sensoriale, empirica e la sfera emotiva, il parallelismo tra la
dimensione reale e la dimensione immaginata o non più esistente, sfocianti nel
raffronto tra l’innocente e ingenua età infantile, la felice età giovane e la
cosciente età adulta: le prime due, tese alla progettualità e formazione della personalità
individuale, in cui l’autrice è assoluta protagonista e artefice delle scelte
che compie; la terza, tesa al consolidamento, al giudizio critico e miglioramento
qualitativo della personalità acquisita, tramite l’evoluzione e maturazione del
pensiero.
La
negatività che si evince nella silloge cede, infine, il passo ad una visione
ottimistica della vita, trasformandosi in: motore, spinta grazie alla quale
ella ritrova la forza per affrontare le difficoltà e sfide quotidiane;
filosofia e antidoto per risolvere i problemi di ogni genere; insegnamento da
cui ricavare utilità mettendosi sempre in gioco e in discussione con se stessi
e con gli altri; ragione per arricchire, con l’aiuto della fede, il proprio
percorso spirituale e interiore di nuovi stimoli e propositi.
FABIO LISMA
Bravo Fabio! Complimenti alla Poetessa Vitalba Tumbarello per la pubblicazione della sua prima silloge con la Edizioni Museo Mirabile dei Marsala di cui mi onoro essere il Direttore e complimenti a Tony Causi per aver pubblicato la recensione al libro da parte del Dott. Fabio Lisma. Complimenti di cuore.
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