In questi giorni ascoltiamo inorriditi alla querelle fra Nord e Sud, il dialetto si pretende sia conosciuto dagli insegnanti laddove si trovano a svolgere il loro ruolo, tutto ciò a mio modesto parere appare alquanto assurdo ed eccessivo.
Voglio parlare di questo argomento perchè la questione mi sta cuore.
Tengo a precisare che la lingua vernacolare è importante e non deve diventare strumento di questioni politiche.
Da anni mi batto perchè il dialetto, sia riscoperto e rivalutato da tutti noi cittadini.
Esso è la memoria storica dei nostri antenati, la nostra essenza, la civiltà, gli usi e costumi del popolo.
Spesso incontrando la gente, sento ancora dire quanto sia rozzo parlare in vernacolo.
Da qui le frasi:"Parla bene e in italiano! Smettila di parlare in dialetto"!!!... e così via.
Tutto ciò è semplicemente ignoranza!!
Questi genitori non sanno quanto fa bene parlare un pò del nostro dialetto, ricco di termini, di proverbi, di piacere fonetico.
Ultimamente si fanno tante riforme per la scuola ma non si è mai affrontata seriamente la questione del dialetto.
Nessun Ministro della Pubblica Istruzione, nei piani di studio, almeno della scuola primaria, così sembra si dica oggi
Una lacuna molto grave che non fa per niente onore al nostro paese.
Mi piacerebbe che la Signora Gelmini, possa inserire almeno 4 ore di studio del dialetto, magari una materia come: "Storia e cultura della... Sicilia, della Sardegna, della Lombardia, del Veneto ecc.", a secondo del luogo scolastico di frequenza dell'alunno.
Con tanti amici e colleghi poeti ci battiamo affinchè il dialetto, venga insegnato nelle scuole invece di essere disprezzato, bisognerebbe valorizzarlo ed esaltarlo.
Tutti i dialetti d'Italia rappresentano un vero patrimonio, il confronto e gli scambi culturali fra i vari idiomi linguistici locali, attraverso la numerosa produzione poetica e letteraria non fanno altro, a mio avviso di arricchire e dare maggiore impulso alla lingua italiana.
Cito fra tutti gli autori siciliani, il Buttitta, il quale con i suoi preziosi versi non fa altro che far rivivere con emozioni, sensazioni, la storia della nostra Sicilia, anche se dolorosa, ma pur sempre importante e interessante.
Il termine dialetto, deriva dal greco "dialektos" che vuol dire conversazione e dialogo, quindi come si vede il messaggio non vuol dire separazione ma unione fra i popoli per un proficuo scambio culturale.
Mi piace evidenziare altresì l'importante ruolo che svolgono tutte le Associazioni Culturali che in tutta Italia promuovono e difendono la lingua dialettale.
In Sicilia ci sono tanti amici poeti come Scalabrino, Barone, Vultaggio, Criscenti, Gerbino, Aiello, Di Noto ecc. che si battono con tenacia per il vernacolo.
Ci sono molti concorsi letterari che incitano scrittori e poeti a partecipare, un motivo in più affinchè la lingua locale, sia motivo di orgoglio e di vanto e non d'ignominia e disunione.
Un plauso anche alla simpatica e intraprendente Daniela Moreschini che a Roma e dintorni con la sua Associazione promuove e favorisce la diffusione del vernacolo.
Un ultimo ringraziamento va anche ai miei cari amici Filippo Cassaro ed Ettore Ranelletta che da alcuni anni con il 2 Erre portano avanti un messaggio positivo e di ricchezza per il dialetto.
Essa è una lingua efficace e piena di termini che etimologicamente possono considerarsi veramente unici.
Lunga vita quindi al dialetto e ai suoi autori!!
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