Articolando,
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relazioni e articoli strettamente culturali.
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In questo n. 37 la
Prof.ssa e poetessa GABRIELLA MAGGIO ci offre una recensione al romanzo
“La misura del tempo” dello scrittore Giarrico Carofiglio.
Una proficua lettura a tutti voi!
LA MISURA DEL TEMPO
Romanzo di Giarrico Carofiglio
Gabriella Maggio
L’avvocato Guido Guerrieri ritorna protagonista di
“La misura del tempo” di Giarrico Carofiglio, edito da Einaudi –Stile libero
Big, classificatosi secondo al Premio Strega 2020. La routine delle sue
giornate, delle udienze e dei fascicoli ormai annoia Guerrieri. Il suo tempo
scorre via, aggrovigliandosi e cancellando i ricordi. Avrebbe voglia di
cambiare vita, viaggiare, leggere, forse anche scrivere, per ridare una
intensione al suo tempo. La routine esistenziale e professionale viene
bruscamente interrotta da una nuova cliente che gli chiede di difendere in
appello il figlio, condannato per omicidio in primo grado. Ė Lorenza, oggi una
donna anziana, un tempo affascinante e volitiva ragazza con cui Guido ha avuto
una breve relazione ventisette anni prima.
Allora Lorenza lo aveva guidato all’età adulta, adesso, nella nuova
veste di madre e di donna attempata, lo aiuterà a dare concretezza e
distinzione al suo tempo ingarbugliato. Lo guiderà inconsapevolmente a
riconsiderarlo e a distinguerlo, riportandolo alla memoria. L’acquisizione dei
dati da utilizzare nel processo s’alterna nella narrazione a squarci di
recupero memoriale in cui il giovane Guido, praticante in uno studio legale,
con le idee ancora non del tutto chiare sul suo futuro si lascia coinvolgere da
Lorenza in una enigmatica relazione. La parte centrale del romanzo è un resoconto
minuzioso delle indagini e del processo celebrato da Guerrieri. In questi
capitoli il protagonista afferma la sua etica professionale, che si può
compendiare nella frase: “è salutare di
tanto in tanto mettere un punto interrogativo ad affermazioni che abbiamo
sempre dato per scontate”. La disquisizione sulla deontologia
professionale, risulta assai interessante ed efficace perché inserisce nella
trama un orizzonte civile e filosofico, che dà corpo e significato al tema
biografico, distinguendolo dalla narrativa contemporanea, oggi spesso fine a se
stesso. Il caso ha un ruolo importante nella storia, l’aggroviglia e la dipana
consentendo un finale a sorpresa. La
scrittura di Carofiglio scorre limpida e densa nei 29 capitoli, che si leggono
di filato; alterna vari registri linguistici, richiesti dalla narrazione, dal
ricordo, dall’argomento giuridico, con la precisione e l’evidenza che
derivano dalla ricerca di una corrispondenza di parola e cosa. La vocazione illuministica a chiarire e ad
argomentare si riflette anche nella struttura sintattica limpida e duttile,
senza cedimenti e ammiccamenti.
(Nelle foto la Prof.ssa Gabriella Maggio, l’autore Giarrico Carofiglio e la copertina del romanzo).
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