sabato 30 gennaio 2021

ARTICOLANDO ( 36 ): "La minaccia dell’oblio sulla memoria storica: il caso di Miguel Hernández" dello scrittore e poeta LORENZO SPURIO

 
 
 


 
 

Articolando, è una rubrica per dar voce a tutti gli amanti della poesia, dell'arte, della storia, della pittura, della critica letteraria attraverso recensioni, relazioni e articoli strettamente culturali.
Chiunque volesse pubblicare può farlo mandando i propri scritti all'indirizzo di posta elettronica
tonycausi@alice.it grazie!


In questo n. 36 incontriamo il Dott. Lorenzo Spurio (poeta e scrittore) con un interessantissimo articolo dal titolo: “
La minaccia dell’oblio sulla memoria storica: il caso di Miguel Hernández”
Un invito alla lettura per tutti gli appassionati di storia e poesia.

 

 

“La minaccia dell’oblio sulla memoria storica: il caso di Miguel Hernández”

 

Lorenzo Spurio

 

 

Circa un anno fa, a marzo 2020, un'imponente manifestazione popolare ha interessato alcuni spazi del noto cimitero dell’Almudena a Madrid. Ciò è accaduto in seguito alla decisione presa dall’Ayuntamiento, ovvero il Comune, nella figura dell’Alcalde, il sindaco José Luis Martínez Almeida, di provvedere a una sorta di “restyling” del monumento del Memoriale delle vittime del franchismo, da lui etichettata come una operazione di resignificación vale a dire di “rivisitazione” o “nuova contestualizzazione”. La decisione dell’amministrazione di rimuovere le iscrizioni di circa 3000 persone uccise, fucilate e massacrate nel corso del conflitto della guerra civile spagnola (1936-1939) e del periodo franchista comprendeva anche quella dell’eliminazione di tre targhe dal valore fortemente simbolico con alcune dichiarazioni o versi di alcuni emblemi della lotta al franchismo. Tra di esse quella dedicata allo sfortunato poeta Miguel Hernández, nato nel piccolo villaggio di Orihuela nella zona di Alicante nel 1910 che, dopo aver servito nelle file repubblicane ed essere stato arrestato, era morto malato in una prigione nel 1942.

Al termine del conflitto civile, infatti, la gran parte di coloro che avevano combattuto e si erano fortemente impegnati per la causa rivoluzionaria – salvo coloro che riuscirono a mettersi in salvo con l’esilio – vennero fatti oggetto di una dura campagna di persecuzione con arresti sommari. Hernáandez, che non aveva mai esitato a mostrarsi quale poeta comprometido con le sinistre, combattendo sul campo per la sua ideologia, venne arrestato dai nazionalisti che nel 1939, dopo un conflitto che aveva fatto sanguinare la Spagna tutta, erano riusciti a riportare la vittoria.

La condanna a morte prima e, in un secondo momento, una leggera concessione, grazie all’intervento del poeta José María de Cossío (1892-1977), che gli permise la commutazione della pena a trenta anni di detenzione. Un plazo spaventoso che il poeta alicantino nelle deplorevoli condizioni igienico-sanitarie alle quali era costretto a vivere non riuscì a vincere. Contratto il tifo e malato di un’acuta forma di tubercolosi, che non poté essere curata, morì nel marzo del 1942 e venne poi inumato in un loculo del cimitero di Alicante.

Ora, a quarantacinque anni dalla fine del franchismo, in una Spagna che nel tempo si è sempre detta democratica, sebbene non siano mai mancati negli ultimi decenni casi di dissidio sociale, di contrapposizioni storiche, di violenze verbali e negazionismi spaventosi, un’onta sulla memoria storica delle vittime del franchismo si riaffaccia come reale.

A continuazione riporto la versione da me tradotta in italiano di questo fermo manifesto d’indignazione e denuncia[1] redatto in questa occasione che ha trovato (e continua a trovare) numerosi firmatari, tra associazioni, federazioni, comitati e singole persone, tanto in Spagna che in altri paesi del mondo.

 

“Che il mio nome non si cancelli dalla storia” lasciò scritto Julia Coesa nella notte del 4 agosto 1939. Una delle vittime della barbarie franchista che fu fucilata, assieme alle sue compagne, nei pressi del muro di contenimento del cimitero dell’Almudena [a Madrid] dove una placca ricorda la sua memoria affinché non dimentichiamo il suo lascito né quello dei suoi assassini.

Gli eredi politici del franchismo, [che] ora [siedono] al Comune di Madrid, hanno cominciato una campagna di umiliazione delle vittime che si è aperta con la cancellazione dei nomi dei 2936 repubblicani e repubblicane fucilati tra il 1939 e il 1944 e che è continuata con l’eliminazione dei versi del poeta Miguel Hernández. Che, oltre ad essere un poeta, era un comunista, un pastore e un

 

[1] Il manifesto in lingua originale può essere letto a questo link: https://www.nuevatribuna.es/articulo/sociedad/recitalpoetico-miguelhernandez-memorial-cementeriodeleste-victimasfranquismo/20200224180129171441.html

 

lottatore compromesso con la Seconda Repubblica. Tutto ciò che adesso odia coloro che governano al consiglio comunale.

Andrea Levy osò macchiare il nome di Max Aub strumentalizzando il lascito del drammaturgo esiliato che ripudiava tutto ciò che assomigliava in qualcosa alla consigliera della Cultura e a coloro che impiegano l’immagine del sangue versato e disprezzato per coltivare i propri privilegi. José Luis Martínez Almeida [sindaco di Madrid] y Begoña Villacís [consigliera al comune di Madrid], inginocchiati dinanzi Ortega Smith hanno sputato sulle tombe del nostro passato. E non lo possiamo tollerare.

“Sono ferito, guardami: necessito d’altra vita” lasciò scritto il poeta. Non l’ebbe, come tanti altri uomini e donne ai quali un regime criminale e ancor oggi impunito gli strapparono la vita e l’idea del futuro. Donne e uomini che ancora oggi questo Comune fa di tutto per cancellare, perseverando nell’umiliazione che iniziò dopo la guerra.

Senza la memoria non ci sono ricordi né storia che possa valere. Senza le placche che ricordano le vittime, leali alla democrazia, le loro parole e i loro nomi, qualsiasi monumento rimane vuoto, si converte in una pietra del tradimento. Contro la storia tradita, la memoria. Contro i versi strappati, la cultura.

Per questo esigiamo la verità, la giustizia e il risarcimento. Esigiamo che il Comune di Madrid incida nel memoriale i 2936 nomi delle vittime assassinate dai ribelli franchisti, che collochi le parole di Julia Conesa e i versi di Miguel Hernández. Per la libertà. Affinché giunga, finalmente, la pace, non la vittoria

Perché furono, siamo. Perché siamo, saranno.

 

A conclusione riporto la mia traduzione in italiano di un estratto dell’opera poetica di Miguel Hernádez dalla poesia “El herido”[2] ossia “Il ferito” che si riferisce al dramma del conflitto bellico:

 

Per la libertà sanguino, lotto, sopravvivo,

per la libertà, i miei occhi e le mie mani,

come un albero carnale, generoso e prigioniero,

do ai chirurghi.

 

Per la libertà sento più cuori

che sabbia nel mio petto: producono spuma le mie vene

ed entro negli ospedali, ed entro nelle garze

come nei gigli.

 

Per la libertà mi sgancio dalle ferite

di quelli che hanno rivoltato le proprie statue di lato.

e mi sgancio a colpi dei miei piedi, delle mie braccia,

della mia casa, di tutto.

 

Perché dove alcune grotte vuote albeggiano,

lei metterà due pietre di sguardo futuro

e farà sì che nuove braccia e nuove gambe crescano

nella carne dilaniata.

 

Germineranno energiche senza autunno

le reliquie del mio corpo che perdo in ogni ferita.

Perché sono come l’albero tagliato, che rigermoglio:

perché ancora ho vita.


 2 La poesia “El herido” porta come dedica “Al muro di uno ospedale di sangue” ed è inserita nel libro El hombre acecha (1937-1939) dedicato a Pablo Neruda. Il componimento da me riportato si riferisce alla sola seconda parte della poesia.

 

(Nelle foto: In alto lo scrittore e poeta Lorenzo Spurio, nelle altre il poeta spagnolo Miguel Hernández e un manifesto a lui dedicato).

 

1 commento:

  1. Davvero lodevole ricordare con le parole intrise del dolore vissuto. È il solo modo perché non muoia la memoria e insieme alla memoria la pietà e la compassione che, insieme alla speranza in un mondo migliore, sono le pietre su cui si continua a sognare che un giorno nascerà davvero ... in ogni dove , su "quest'atomo opaco del male" dove se nasceranno nuovi germogli innaffiati da tante lacrime potranno avere davvero il colore e il profumo della speranza che sia il bene alla fine ad avere la meglio sul male . Grazie a chi ha scritto da chi ha pubblicato questo scritto .

    RispondiElimina