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In questo n. 44 incontriamo la Prof.ssa Marcella Laudicina che recensisce la silloge poetica "S'IO FOSSI LUCE" Edizioni Carta e Penna della poetessa Maria Elena Mignosi Picone.
Buona lettura a tutti voi!
Recensione al libro “S'IO FOSSI LUCE"
di Maria Elena Mignosi Picone
Carta e Penna Edizioni 2021
Marcella Laudicina
L’ultima creazione poetica di Maria Elena Mignosi Picone, S’io fossi luce è un omaggio affettuoso e commosso dell’Autrice alla sorella Antonella, da poco scomparsa e a cui era estremamente legata. Sembra quasi che, con questa silloge, l’Autrice abbia idealmente voluto continuare il tenero colloquio con la sorella tanto amata. In questa silloge, infatti l’Autrice ha trasfuso sé stessa: la sua sensibilità, i suoi sentimenti, la sua visione del mondo e, soprattutto i suoi valori, tra cui, in primo luogo, la sua fede sincera, la sua fiducia in Dio, il suo totale affidarsi alla Sua volontà.
Il carattere combattivo, che l’Autrice rivela nell’affrontare le
difficoltà della vita, trova, infatti sostegno nella fede, la quale fa svanire
tutti i suoi timori e tutte le sue inquietudini. La fiducia in Dio, per l’Autrice, è
l’arma più efficace contro il male e le avversità: “Come guerriero/mi alzo
al combattimento/perché la vita è una lotta...ma dico soprattutto:
"Signore, la tua volontà sia fatta.”
(Ogni giorno); (Pietre pietre) ;(Corsa agli ostacoli) ;(Niente ti turbi,
niente ti spaventi) ;(Spiraglio) (Le carezze di Dio) ;(Mi basta solo l’amore di
Gesù) ;(L’amore di Dio); (Gesù);(Il tronco); (La fiducia in Dio). Illuminata
dalla luce della fede, l’Autrice vorrebbe essere luce essa stessa. Luce che
liberi il mondo dalle tenebre e dal pianto: “S’io fossi luce/squarcerei d’un
colpo/tutte le tenebre/ che avvolgono il mondo... S’io fossi
luce/abbraccerei/col mio manto///tutta l’umanità sommersa
nelpianto.”(S’iofossiluce). Ed è infatti la luce la vera protagonista della
silloge. La sorella è “nella luce/nello splendore dell’amore”, è “vestita
di luce,” ed è essa stessa luce. Tutti possiamo, per l’Autrice, divenire
luce, se seguiamo Cristo (Nella luce); (Tutta luce); (La luce); (L’umiltà e
la carità).
Attraverso il suo stile semplice e trasparente, l’Autrice esprime tutta
la preziosità della sua anima, capace di sentimenti profondissimi. Il rapporto
dell’Autrice con la sorella andava oltre il comune rapporto tra sorelle. Di
quattro anni e mezzo più piccola, sorella tanto desiderata, è stata sua
sorella-figlia e lei la sua tenera mammina (Sorella figlia). L’autrice si è sempre spesa per
la sorella e si addolora fortemente di non averla potuta assistere, causa
covid, fino alla fine, quando, poco prima, invocava dai medici il conforto di
una mano amica, che loro non negarono, ma che era comunque, per lei,
insufficiente. "Quella mano mancata/ che ti avrei voluto dare /mi è
rimasta come/ una ferita sanguinante” (Voleva la mano).Le sorelle
erano così legate, che entrambe hanno avuto dei presentimenti, molto prima che
la morte si presentasse. La sorella aveva sognato di stare in un luogo diverso
con i genitori, senza però la sorella (Presentimento nell’animo di
Antonella). L’Autrice era stata avvisata che qualcosa di spiacevole sarebbe
accaduto, dalla voce grave della madre che la chiamava (La voce della madre)
e dalla visione ripetuta del padre nel cielo: “A mezzo busto,
/dall’aspetto serio/ma sereno” (Papà a mezzo busto).
Il
dolore per la perdita dell’adorata sorella è grande per l’Autrice, anche
perché, si sa, si ama maggiormente una persona cara, se ne sente di più l’assenza,
soprattutto quando viene a mancare. Consola però l’Autrice il fatto che ella si
trovi in Paradiso, nel quale, sicuramente i suoi intensi desideri spirituali
saranno appagati: “Ora che sei morta/ sei viva più che mai. / Hai raggiunta
quella pienezza/ che inseguisti sempre/ senza mai raggiungerla” (Viva più che
mai).
Vorrei mettere in rilievo l’estrema levità e bellezza della lirica
intitolata, Affacciati alla finestra. Toccante nella sua semplicità, in
essa l’Autrice prega la sorella di
affacciarsi alla finestra del Cielo per chiederle: “Come stai? Con chi
sei? cosa fai?”. Un sogno le
comunica che la sorella sta bene ed è accanto alla madre che si prende
amorevolmente cura di lei (Affacciati alla finestra).
Poiché riteniamo, come già soprascritto, che, in questa raccolta,
l’Autrice abbia quasi voluto dare una ideale continuità al colloquio con
l’adorata sorella, trasfondendo in essa la sua personale visione della vita, ci
sembra opportuno sottolineare la bellezza anche di due altre liriche abbastanza
originali, che ben delineano la sensibilità dell’Autrice.
La
prima è una lirica dedicata al nostro caro Franco Battiato, da poco scomparso.
In essa, con estrema convinzione, ella afferma che Franco Battiato è bello, di
una bellezza terrena e spirituale a un tempo, che diventa sempre più pura con
l’età. Nella seconda afferma a chiare lettere che, per lei, scrivere recensioni
è come pregare, in quanto cerca sempre di comprendere a fondo l’anima di chi
scrive,
Marcella Laudicina
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