mercoledì 8 novembre 2017

ARTICOLANDO ( 15 ) : RECENSIONE DELLA POETESSA E SCRITTRICE GIOVANNA FILECCIA ALLA SILLOGE POETICA "MELODIE DELL'ANIMA" DEL POETA ANTONINO CAUSI








Articolando


Articolando, è una nuova rubrica per dar voce a tutti gli amanti della poesia, dell'arte, della storia, della pittura, della critica letteraria attraverso recensioni, relazioni e articoli strettamente culturali.
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In questo n. 15 troviamo la poetessa e scrittrice GIOVANNA FILECCIA con una sua recensione  al libro del poeta e scrittore ANTONINO CAUSI "Melodie Dell'Anima"  Edizioni Drepanum, 2013. 


Auguro una buona lettura a tutti voi.


MELODIE DELL’ANIMA di Antonino Causi
Edizioni Depranum
Recensione di Giovanna Fileccia

MELODIE ARMONICHE PER L’ANIMA
Mi piace l’odore dei libri, il fruscio che produce lo sfogliarne le pagine, il lieve sfiorare della matita mentre scrivo sui bordi o tra le righe del foglio. Sì amo i libri per le storie che custodiscono, una sinfonia di sillabe che sprigionano melodie. Antonino Causi ha composto la sua sinfonia poetica. Lui, orchestrante, assembla parole e le dirige affinché risuonino Melodie dell’anima. Tocca corde profonde il titolo che ha scelto per questa sua seconda silloge, vibra come una corda di violino capace di commuovere o allertare chi l’ascolta. Un pentagramma di emozioni che annovera tra i versi una variegata gamma di note musicali. E tra le emozioni traspare anche il variopinto mondo in cui l’autore vive.
Già alla prima lettura de “Melodie dell’anima” ho notato la ricercatezza linguistica dell’autore: là dove l’espressione è semplice e lineare, poi, a un certo punto, ecco sbucare una parola desueta non-comune. Ciò indica quanto per lui le parole abbiano un peso e una misura. E se le parole per Antonino hanno un peso, ciò è vero anche per le azioni, per le passioni, egli per esempio dà molto peso alla giustizia, come risulta chiaro dalla poesia Io non ci sto: versi istintivi, chiari e diretti che sgorgano come un grido di ribellione. “Io non ci sto a subire indifferenze, a stare zitto, a subire ricatti”: parole dure di un uomo che oltre a scrivere porta sulle spalle una responsabilità. Antonino Causi è un sottoufficiale  della Polizia di Stato, il suo è più che un lavoro, egli, assieme ai suoi colleghi poliziotti, ha una nobile missione da compiere: combattere il brutto per far affiorare il bello, perseguire il crimine a favore della giustizia, arrestare il torbido per legittimare il debole.
“Melodie dell’anima” racchiude poesie sospese come note leggere, echi che risuonano tra monti silenziosi. Nella poesia Silenzio il poeta urla “BASTA voci\BASTA rumori”: egli anela alla quiete, al “nobile SILENZIO” e “seduttore dei sensi”, di più, Causi affida a esso un’azione importante. Egli scrive “Mi lanci\come un dardo verso le conquiste della vita”: è fuor di dubbio quanto il silenzio sia necessario al poeta. Per lui l’assenza di rumori genera poesia e nel silenzio nutre la sua anima, contempla il cielo e desidera catturare la luce: “rapisco tutte le stelle\per raggiare\il buio della mia Amata” scrive ne Il cacciatore di stelle, e lo stesso nella poesia Questa notte in cui recita “catturerò tutta\la luce\per potermi\specchiare\dentro la tua immagine”.
Le poesie di Antonino sono all’apparenza semplici eppure, come un vino pregiato, nascondono un retrogusto difficile da individuare. Con stile pulito ed essenziale Antonino inizia molte delle sue poesie con una strofa più o meno lunga, di apertura, quasi fosse un’introduzione alla stessa poesia che man mano si fa più incisiva, come i passi lievi che poi diventano spavaldi. Ne sono un esempio le poesie: E penso a te, Concerto d’amore, Appena in tempo!, e Amica selva. Particolare attenzione merita la poesia Il nostro destino in cui Antonino racconta l’unione di Due Corpi e Due Anime Erranti che si sfidano in duello su una scacchiera per poi, a fine percorso, affidarsi al destino. Questa poesia è, secondo me, un insieme di melodie: alcune armoniose e altre stridenti ma sempre in bilico tra il conflitto e il gioco. Causi inizia ogni parola con la lettera maiuscola e io mi chiedo il perché di questa scelta stilistica: ogni parola rappresenta un simbolo?
Antonino cattura gli attimi: fotogrammi della memoria, dell’anima, del cuore; ogni attimo una diversa melodia, come diversi sono i sentimenti che la sua poesia svela: amore, tenerezza, rabbia, timore, eccetera; ma non solo: in molte liriche emerge la fiducia in Dio, e nella natura che lo circonda. Nella poesia Una preghiera egli invita il lettore a elevare l’anima verso l’alto. Riporto i primi versi: “Quando tutto ci sfugge via\e in preda ad una frenesia\cerchiamo il conforto sia di giorno che di sera\imploriamo una preghiera”. Tale è il trasporto che egli prova per la fede da fare delle sue poesie: lodi, preghiere e invocazioni “oh Signore sei la luce dei miei occhi”. Ecco di nuovo la luce: sembra dire ‘solo se avrò Te nel mio cuore sarò capace di vedere’. Inoltre l’autore agogna alla “stabilità della casa del Signore”, e nella poesia l’Uomo e Dio consegna un messaggio al genere umano: la stabilità si “otterrà solo se l’uomo avrà\posto bene i suoi mattoni”. I mattoni qui rappresentano le azioni degli uomini che, se agiranno in sintonia con il credo cristiano, potranno edificare la casa di Dio e, allo stesso tempo, seminare tante buone azioni affinché ognuno possa migliorare se stesso con grande beneficio per la società tutta.
Le poesie contenute in “Melodie dell’anima” sono dedali di emozioni da ascoltare con il cuore. Causi trasmette la frustrazione di chi vorrebbe aiutare l’umanità. Egli prova coi suoi versi a dare direzioni e consigli, invita il lettore a seguire la linea dell’amore, della passione, della natura, della fede e della speranza.
A me non resta che ringraziare il poeta per i chiassosi silenzi di cui è permeata la sua silloge: melodie armoniche per l’anima. 

Giovanna Fileccia
Terrasini, 12 ottobre 2017

(Nelle foto: la poetessa e scrittrice Giovanna Fileccia e la copertina della silloge poetica "Melodie dell'anima" del poeta Antonino Causi).


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