Articolando,
è una rubrica per dar voce a tutti gli amanti della poesia, dell'arte, della
storia, della pittura, della critica letteraria attraverso recensioni,
relazioni e articoli strettamente culturali.
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In questo n. 40
il poeta e scrittore Antonino Causi recensisce il libro di poesie “LE
MIE LENZUOLA” del poeta e pittore Pietro Cosentino.
Felice lettura a tutti voi!
Recensione al libro “LE MIE
LENZUOLA” di Pietro Cosentino
edizioni Fogghi Mavvagnoti, novembre
2020
Antonino CAUSI
Il poeta e pittore Pietro Cosentino in questa corposa e
nostalgica silloge dal titolo “Le mie lenzuola” ci consegna delle
liriche in italiano e in dialetto palermitano unitamente a dipinti intessuti di
ricordi e profonde riflessioni che comprendono il periodo dell’infanzia e
quello della piena maturità.
Sono presenti i luoghi della Palermo di un tempo, ricca di
genuinità e forte naturalezza, come in “Mondello mia”, dove il Cosentino
mette a raffronto i suoi 70 anni con quelli del borgo marinaro dei palermitani.
Egli si domanda se sia cambiato più lui o la spiaggia di
Mondello e recita: ti sei via via adattata/anno per anno/ ad una società
impazzita/ che ha ripudiato/ tutti i valori antichi/ tramandati da chi/ edificò
quel meraviglioso villino/ e aggiunge: via i vecchi negozi via le
mitiche arene/ via il campo di palla al volo via i chioschi di gelati/ nel
centro della piazza Valdesi/.
Questa poesia mi è piaciuta molto, perché anch’io come il
poeta Cosentino, conservo gelosamente e sapientemente i ricordi di questo
suggestivo borgo marinaro.
Bello il finale della lirica, l’autore ci spiega che in
questo periodo di tempo sospeso, con le strade vuote e allagate, Mondello
appare viva e forte e c’è grande sintonia fra lui e la spiaggia.
Molte sono le poesie che evocano i ricordi vedi “La
conchiglia bianca; “Tempu di carriu”; “Li rosi di lu picciutteddu”,
in quest’ultima sono racchiusi la tenerissima storia e l’inizio artistico di un
Cosentino che quattordicenne e malato a una gamba, impara l’arte della pittura,
grazie a quattro rose del suo giardino, tagliate con le forbici e messe con
delicatezza dalle mani della madre.
Commovente è la lirica “Figghiu luntanu”, qui una
madre si strugge e si dispera per il figlio lontano e lo invita ad essere
libero di fare ciò che crede sia giusto per se e poter stare bene e in pace con
la sua coscienza e aggiunge: cummatti, figghiu, ca sulu 'a battaglia/ca nun
cummatti è chidda ca po' perdiri.
Bella ed eccitante, mista fra eros, fraganze e gusti
caseari la lirica “Inebriante profumo di formaggi”.
Ne “Lu ferru”, affiorano sensazioni e grandi
emozioni, sofferenze e patimenti, ma anche gioie dolci e innocenti.
Ci sono tutte quelle ricordanze, così le chiama lui, esse
percorrono la sua vita come in un film, quel ferro messo su una porticina,
chiude tutto per non farla aprire, solo lui può entrare attraverso la sua
memoria.
Nella poesia “Vucidda mia” c’è tutto il suo grido
lungo le strade per tutti gli ultimi, i carcerati, i migranti e coloro che
vogliono morire. Un manifesto di denuncia verso le ingiustizie, i dolori e le
afflizioni che ahimè la vita riserva nel suo quotidiano travagliato vivere
sociale.
In “Comu un roggiu accurdatu” il Cosentino ci dice
che un vero poeta non è quello che fa attenzione alla metrica, alle rime, o
quello che parla nelle sue poesie delle nuvole, delle rondinelle,
dell’arcobaleno, della luna, delle stelle o del cielo.
Un vero poeta deve trasmettere quello che esce dalla
propria poesia e che entra dentro ad ognuno di noi e fa sentire il cuore che
batte “comu un roggiu accurdatu”, questo è il vero poeta!
La poesia di Cosentino è vera, incisiva e spontanea, così
il grande poeta romantico inglese John Keats : “se la poesia non viene
naturalmente come le foglie vengono ad
un albero, è meglio che non venga niente”.
Complimenti
quindi al poeta e pittore Cosentino, le sue lenzuola sono candide, la sua
liricità è autentica e diretta.
I suoi
dipinti sono una forte pennellata di sconfinata emotività.
Antonino CAUSI
(Nelle foto: il poeta e
scrittore Antonino Causi, la copertina del libro “Le mie lenzuola” e l’autore
Pietro Cosentino).
Interessante la tua recensione Antonino, complimenti a te e a Pietro. Ieri ho seguito e apprezzato la presentazione del libro
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