martedì 20 aprile 2021

ARTICOLANDO ( 40 ) : RECENSIONE DEL POETA E SCRITTORE ANTONINO CAUSI AL LIBRO "LE MIE LENZUOLA" DEL POETA E PITTORE PIETRO COSENTINO

 

 

 

 


 
 
 

Articolando, è una rubrica per dar voce a tutti gli amanti della poesia, dell'arte, della storia, della pittura, della critica letteraria attraverso recensioni, relazioni e articoli strettamente culturali.
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tonycausi@alice.it grazie!

In questo n. 40  il poeta e scrittore Antonino Causi recensisce il libro di poesie “LE MIE LENZUOLA” del poeta e pittore Pietro Cosentino.
Felice lettura a tutti voi!

 

 

Recensione al libro “LE MIE LENZUOLA” di Pietro Cosentino

edizioni Fogghi Mavvagnoti, novembre 2020

Antonino CAUSI

 

Il poeta e pittore Pietro Cosentino in questa corposa e nostalgica silloge dal titolo “Le mie lenzuola” ci consegna delle liriche in italiano e in dialetto palermitano unitamente a dipinti intessuti di ricordi e profonde riflessioni che comprendono il periodo dell’infanzia e quello della piena maturità.

Sono presenti i luoghi della Palermo di un tempo, ricca di genuinità e forte naturalezza, come in “Mondello mia”, dove il Cosentino mette a raffronto i suoi 70 anni con quelli del borgo marinaro dei palermitani.

Egli si domanda se sia cambiato più lui o la spiaggia di Mondello e recita: ti sei via via adattata/anno per anno/ ad una società impazzita/ che ha ripudiato/ tutti i valori antichi/ tramandati da chi/ edificò quel meraviglioso villino/ e aggiunge: via i vecchi negozi via le mitiche arene/ via il campo di palla al volo via i chioschi di gelati/ nel centro della piazza Valdesi/. 

Questa poesia mi è piaciuta molto, perché anch’io come il poeta Cosentino, conservo gelosamente e sapientemente i ricordi di questo suggestivo borgo marinaro.

Bello il finale della lirica, l’autore ci spiega che in questo periodo di tempo sospeso, con le strade vuote e allagate, Mondello appare viva e forte e c’è grande sintonia fra lui e la spiaggia.

Molte sono le poesie che evocano i ricordi vedi “La conchiglia bianca; “Tempu di carriu”; “Li rosi di lu picciutteddu”, in quest’ultima sono racchiusi la tenerissima storia e l’inizio artistico di un Cosentino che quattordicenne e malato a una gamba, impara l’arte della pittura, grazie a quattro rose del suo giardino, tagliate con le forbici e messe con delicatezza dalle mani della madre. 

Commovente è la lirica “Figghiu luntanu”, qui una madre si strugge e si dispera per il figlio lontano e lo invita ad essere libero di fare ciò che crede sia giusto per se e poter stare bene e in pace con la sua coscienza e aggiunge: cummatti, figghiu, ca sulu 'a battaglia/ca nun cummatti è chidda ca po' perdiri.

Bella ed eccitante, mista fra eros, fraganze e gusti caseari la lirica “Inebriante profumo di formaggi”.

Ne “Lu ferru”, affiorano sensazioni e grandi emozioni, sofferenze e patimenti, ma anche gioie dolci e innocenti.

Ci sono tutte quelle ricordanze, così le chiama lui, esse percorrono la sua vita come in un film, quel ferro messo su una porticina, chiude tutto per non farla aprire, solo lui può entrare attraverso la sua memoria.

Nella poesia “Vucidda mia” c’è tutto il suo grido lungo le strade per tutti gli ultimi, i carcerati, i migranti e coloro che vogliono morire. Un manifesto di denuncia verso le ingiustizie, i dolori e le afflizioni che ahimè la vita riserva nel suo quotidiano travagliato vivere sociale.

In “Comu un roggiu accurdatu” il Cosentino ci dice che un vero poeta non è quello che fa attenzione alla metrica, alle rime, o quello che parla nelle sue poesie delle nuvole, delle rondinelle, dell’arcobaleno, della luna, delle stelle o del cielo.

Un vero poeta deve trasmettere quello che esce dalla propria poesia e che entra dentro ad ognuno di noi e fa sentire il cuore che batte “comu un roggiu accurdatu”, questo è il vero poeta!

La poesia di Cosentino è vera, incisiva e spontanea, così il grande poeta romantico inglese John Keats : “se la poesia non viene naturalmente  come le foglie vengono ad un albero, è meglio che non venga niente”. 

 

Complimenti quindi al poeta e pittore Cosentino, le sue lenzuola sono candide, la sua liricità è autentica e diretta.

I suoi dipinti sono una forte pennellata di sconfinata emotività.

 

Antonino CAUSI

 

(Nelle foto: il poeta e scrittore Antonino Causi, la copertina del libro “Le mie lenzuola” e l’autore Pietro Cosentino).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 commento:

  1. Interessante la tua recensione Antonino, complimenti a te e a Pietro. Ieri ho seguito e apprezzato la presentazione del libro

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